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Bastone e carota. Panchina e pacche sulle spalle. Dybala ha un peso dentro il suo essere che ogni tanto deve essere liberato con atti di pura ingenuità. Fa parte del suo carattere, del suo essere così istrionico. Così artista. Così, ostinatamente, fuori dall'ordinario. E allora, a Reggio Emilia non è l'ennesimo banco di prova: è il tema d'italiano alla maturità, quello che dà il valore del tuo tempo e t'impone in qualche modo di diventare grande. Allegri è invece il professore che un po' gli fa l'occhiolino, un po' lo tiene a bacchetta. In ogni caso, con una certezza di fondo: l'affetto - chissà quanto reciproco - che il livornese prova per il numero 10. Altrimenti certe lezioni non hai neanche la voglia di darle. 

DAL PUBBLICO... - In panchina. Con il giubbotto tirato fino in su e lo sguardo concentrato, quasi a non considerare le mille telecamere puntate sulle sue smorfie, pronte a indugiare su un mezzo sorriso, sulla risata fragorosa, sulla stizza di essere ancora fuori dopo un periodo in cui si era in tanti a ravanare il suo exploit. Impassibile, Paulo. Mentre guarda i suoi compagni portare a casa una partita dura e coraggiosa, fatta di episodi ma anche di tanti collegamenti interni, dovuti ai mezzi passi falsi di Bergamo e con il Parma in casa. Impassibile. Stesso sguardo e candida impotenza. Poi la chiamata, la pettorina, due veloci esercizi e il pubblico che gli piove addosso con tutto il suo affetto. Guarda in alto: saluta e sorride. Poi rinvigorisce la corsetta e continua a sperare. 

A RONALDO - Intanto, la Juve va. A gonfie vele. Rischiando il giusto e un po' il fraseggio del Sassuolo. Palla da fermo, Ronaldo e terzo tempo: è 2-0 e la paura di ritrovarsi davanti a un'altra settimana complicata scompare come l'1 sul tabellone di Reggio Emilia. Tutti pronti al 'ssiuuu': puntuale, preciso, perfetto sospiro di sollievo. Con contorno di 'Mask': perché il portoghese, nella settimana più difficile del suo numero 10, si fa capofamiglia e accoglie con amicizia anche Dybala nel lungo abbraccio della Juventus. E' quasi un segnale, poi ognuno lo veda come vuole. E' quasi un segnale ed è il segnale del ritorno di Dybala. Che al minuto 82 è in campo, che al primo pallone supera con un break il diretto avversario, che tocca dentro per Ronaldo bravo a dare il 'la' al tris di Can. Allegri sorride e gli dà una pacca virtuale soltanto con lo sguardo. Dybala ha capito, si è messo sotto ed è tornato il fantasista di tutti. Con sacrificio e abnegazione: l'hanno raccontato i suoi 10 minuti, l'ha palesato l'affetto dei compagni e di chi l'ha sostenuto sugli spalti.