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Luigi Garlando, scrittore e giornalista de La Gazzetta dello Sport, parla del momento attraversato dalla Juventus. Questo il suo commento: 

"Si sa, il calcio vero vale per la Juve come la notte per i vampiri. Ogni volta la Signora si risveglia assetata di gloria e affonda i denti nei malcapitati avversari. Facile che tra una settimana, in occasione della Supercoppa italiana contro la Lazio, si riveda la solita versione assatanata dei campioni che hanno vampirizzato gli ultimi sei scudetti. Questa Juve, tutta nervi e sostanza, non è mai stata una squadra da esibizioni. Ma non è il caso di cestinare in blocco come test non attendibile quanto visto ieri a Wembley. Di sicuro Allegri non lo farà. La netta sconfitta di Londra contro il Tottenham merita qualche riflessione. A partire proprio dal fatto che una prova generale a una settimana dal primo traguardo stagionale e la nobile cornice di Wembley meritavano altro approccio e altra voglia, al netto dei muscoli ingolfati dai carichi stagionali".

"Va allenata pure la rabbia agonistica, anche perché, per una truppa che ha in pancia sei scudetti, il rischio di un inizio di stagione svagato, tipo quello di un paio di anni fa che costrinse Buffon a intervenire in modo ruvido, è più alto che per altri. In questo senso non avere più in campo un defibrillatore come Bonucci è una lacuna non da poco. Quando in difesa si registravano aritmie da deconcentrazione, entrava in azione Bonucci con il suo carisma da leader e intercettava il pericolo. Ora avrà doppio lavoro Buffon, che infatti nel primo tempo di ieri ha incenerito i compagni di reparto con occhiate di fuoco dopo un paio di strafalcioni in disimpegno. Ma il sospetto forte è che non bastino le amnesie da calcio estivo per spiegare le difficoltà della difesa (...). Bonucci non si è portato via solo carisma, anche un patrimonio di sincronie e di conoscenze condivise che vanno ritrovate. Rugani è giovane, bravo e va corazzato di fiducia, ma a una squadra come la Juve che punta subito, e non in prospettiva, gli obbiettivi più alti non serve un altro difensore già sviluppato, di grande spessore? Almeno un tipo alla Manolas, meglio se con la personalità e i piedi per aiutare la prima costruzione davanti alla difesa (...)". 

"Sì, probabilmente serve un altro difensore top di garanzia e di sicuro il centrocampista di grande fisicità e buona costruzione che Allegri aspettava già un anno fa. Quest’anno serve ancora di più, a protezione di una difesa che è stata ritoccata e che è invecchiata nelle colonne rimaste; e a supporto di un Khedira che ha un anno in più e ha chiuso la stagione scorsa con la lingua fuori per essersi smazzato quasi da solo il lavoro di interdizione alle spalle del lunapark a 5 stelle. L’uomo più importante nel Chelsea campione di Conte non è stato Diego Costa e neppure Hazard, ma Kanté. Allegri attende un tipo del genere, capace di immettere muscoli, tackle, ripartenze e irruzioni offensive".