commenta
Se non si riparte, si rischia di doversi fermare in tutti i sensi. Dalle pagine di Repubblica emerge un quadro drammatico riguardo al calcio italiano: la Serie A rischia di diventare un discount per le altre leghe. Sì, avete capito bene: se non si dovesse attuare un piano salva campionato, a quel punto i club dovrebbero ridurre ulteriormente gli stipendi dei calciatori, chiedere sconti sui prestiti con riscatto e rimandare ulteriormente i pagamenti. Un meteorite su un mondo che vuole continuare a vivere. 

SPADAFORA, MA NON SOLO - La lotta non è solo intestina, ma anche con i rappresentanti del Governo. "Ridicolo parlare di complotto, il calcio va salvato: per me sarebbe più facile fermare tutto, come vuole la maggioranza delle persone", ha detto il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. Che rigetta le accuse al mittente. Del resto, secondo una buona parte della Serie A, questo potrebbe essere un rischio che la politica è disposta ad accettare, e cioè in tempo di crisi, ridimensionare spese e follie del calcio. Da sempre, facile espediente per produrre consensi nell'elettorato.

ADL CONTRO TUTTI - Stando a quanto raccontato da Repubblica, anche De Laurentiis ci ha messo lo zampino. Nell'ultima assemblea di Lega, ADL avrebbe fatto arrabbiare Preziosi con una frase sibillina: "Il Covid finirà per far sparire quelle squadre medio piccole che vivono sopra le proprie possibilità". Gli schieramenti sono chiari: dalla Lazio la prima fronda per tornare a giocare, ma non c'è unione di fondo. Il problema resta gravissimo: 10 squadre su 20 rischiano di scomparire. La bolla rischia di scoppiare: se questo campionato non si giocasse, e se il prossimo dovesse essere disputato a porte chiuse fino al 31 dicembre, per la stagione 2020/21 la Lega stima perdite del 25% almeno.