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In questi giorni Radu Dragusin è diventato il re del mercato. Di lui, in passato, si è parlato molto in relazione al passaggio dalla Juventus al Genoa e l’operazione è finita nel mirino delle contestazioni della Consob. Ma è giusto parlare di plusvalenza fittizia? Qual è la reale situazione e le contestazioni fatte?
 
Di questo abbiamo parlato insieme al Professore dell’Università di Torino Fabrizio Bava, che insegna Bilancio e Revisione nel Dipartimento di Management, e che di recente ha scritto un libro proprio sui bilanci delle squadre di calcio. Per questo, oltre il caso Dragusin, abbiamo fatto una fotografia dello stato di salute della Juventus e di quello dell’Inter.


 

Dragusin e i bilanci di Juventus e Inter. L'intervista al Prof. Fabrizio Bava

 
Professore, in questi giorni Dragusin è al centro del mercato, in passato si è parlato di lui come una “plusvalenza fittizia”. Ci può chiarire la questione?
 
L’unica operazione di scambio fatta nel bilancio a giugno 2022 poi contestata dalla Consob con la recente delibera. Ha contestato le stesse cose già contestate nei bilanci precedenti. La Juventus non ha mai detto che queste contestazioni fossero degli errori e sul bilancio al 30 giugno 2022 la Consob ha fatto dunque lo stesso tipo di contestazioni. In più, sulle operazioni incrociate ce n’era una, il prestito con obbligo di riscatto, questa cessione di Dragusin nella stessa finestra di mercato durante la quale è stato acquistato Cambiaso. Sulla base del fatto che ciò è avvenuto nella stessa finestra di mercato, la Consob ritiene che debbano essere considerati scambi. E da qui la questione oggetto di discussione. Secondo la Consob questa operazione andrebbe qualificata come permuta e la regola contabile della permuta nei bilanci IAS, consente di scrivere la plusvalenza solo alla presenza di due presupposti che la Consob ritiene essere assenti. Quindi, per la Consob questa plusvalenza non si poteva scrivere. Plusvalenza fittizia? Non è così!”.
 
Quindi, Professore, la questione non è legata alle cifre dell’operazione…
 
No, è questo il punto. Consob sostiene che non si possa dimostrare qual è il valore giusto. Uno dei requisiti per scrivere la plusvalenza è che il “fair value”, come si dice da gergo degli IAS, sia misurabile e come sappiamo non esiste una quotazione ufficiale di un calciatore. Negli IAS per scrivere la plusvalenza si deve determinare il valore del calciatore. La Juventus ha una sua procedura che ha modificato e implementato dopo le contestazioni famose. Nonostante ciò la Consob scrive che la Juventus non li ha convinti sulla presenza di questi due requisiti. Va aggiunto che l’attuale società di revisione della Juventus, la Deloitte, non ha contestato questo tecnicismo. Neanche in riferimento alle vecchie plusvalenze. E Deloitte è il nuovo revisore, estraneo alle vicende della sentenza sportiva. O ritiene che non siano permute o ritiene che ci siano i due requisiti richiesti, se non contesta il revisore non è tenuto a spiegare. L’errore è stato chiamare fittizia la plusvalenza”.
 
E cosa ci dice la cessione di Dragusin dal Genoa al Tottenham per una cifra di circa 25 milioni più bonus?
 
Dice che evidentemente la plusvalenza non era gonfiata. Il tema della discussione però non è la correttezza del valore, ma l’indeterminabilità del valore. Io ho già sostenuto che sarebbe ora che nelle raccomandazioni contabili della Figc si definisse come trattare a bilancio gli scambi. Adesso molti pensano sia solo un problema della Juventus perché quotata, ma è un problema di tutte le squadre”.
 
Professore, lei ha scritto un libro che si intitola “Come leggere i bilanci del calcio”. Come lo leggiamo quello della Juventus?
 
Sta cercando di raggiungere la sostenibilità finanziaria, è difficile se si vuole essere anche competitivi. In più la Juventus è stata molto penalizzata dal Covid perché aveva una struttura di costi fissi più alta delle altre squadre. Oggi la Juventus dal punto di vista patrimoniale è stata messa in sicurezza con l’ennesimo aumento di capitale, dal punto di vista finanziario i debiti finanziari sono piuttosto elevati. I debiti devono essere valutati rispetto al fatturato. Se nel bilancio 2023 il livello dei debiti rispetto ai ricavi era piuttosto alto, nella prospettiva al 2024, senza introiti Champions, il debito potenzialmente potrebbe salire. Ecco perché ci si aspetta che, quando la Juventus dovrà estinguere il famoso bond di 175 milioni, non decida di rifinanziarlo ma è più probabile che una buona parte decida di pagarlo per abbattere il totale dei debiti e usare così le risorse dell’aumento di capitale. Nonostante la politica di moderazione del mercato, di allungamento dei contratti per diminuire gli ammortamenti, ha comunque degli ingaggi molto alti, troppo alti rispetto ai parametri che richiede l’Uefa entro un paio di anni, lo “squad cost”. Non potendo migliorare questo parametro con gli aumenti di capitale, l’unica possibilità è aumentare i ricavi o ridurre il costo dei cartellini e degli ingaggi.”.
 
E che peso ha questo sul mercato?
 
Non possiamo aspettarci dei colpi costosi, semmai servirebbe abbattere questi costi. Se non si faranno delle cessioni pesanti, allora si dovranno ridurre gli ingaggi con la politica dei rinnovi, ovviamente senza aumenti”.
 
Ci può dire qualcosa sul discorso dell’indice di liquidità?
 
“Ne ho letto anche io. Si può superare, si possono cedere crediti in anticipo, si può ottenere liquidità, anche con i soldi dell’aumento di capitale. Magari la Juventus non ha fatto queste operazioni perché tanto si era già consapevoli che non ci fosse l’idea di spendere molto”.
 
Professore, spesso la situazione finanziaria della Juventus viene paragonata a quella dell’Inter. Come stanno in casa nerazzurra?
 
“Se andiamo a vedere, non è che abbiano fatto grandi spese sul mercato, anche perché non se lo possono permettere. Hanno una situazione di indebitamento finanziario peggiore di quella della Juventus. Come numeri siamo lì, ma hanno meno ricavi, nonostante l’anno scorso sia stato clamorosamente favorevole. Una situazione economica, in termini di costi per gli ingaggi-ammortamenti/ricavi che è l’unica migliore proprio in virtù dell’ultima Champions League. Il vero nodo lo vedremo in primavera, il problema è il debito non dell’Inter ma della controllante. Quando è stata finanziata, è stata finanziata con denaro che deriva da prestiti, mentre la Juventus ha fatto aumenti di capitale e nessuno chiede i soldi indietro perché è capitale di rischio, nel caso dell’Inter una parte consistente dei finanziamenti, poi tradotti in capitale di rischio e per questo il bilancio dell’Inter è a posto e non li deve restituire, ma chi li ha messi nell’Inter deve restituirli ed è difficile che qualcuno sia interessato a rifinanziare un prestito che viene consumato da una squadra. Il vero dubbio è se ci sarà un cambio di proprietà”.
 
 
Restiamo su Juve e Inter ma andiamo al campo. Professore, chi lo vince lo scudetto?
 
“Diciamo che fino a 3 mesi fa non avremmo avuto dubbi nel non dire la Juventus. Non scommetterei del denaro, ma la Juventus è a due punti e devi crederci per forza”.
 
Si ringrazia il Professor Bava per la disponibilità dimostrata.