commenta
L’introduzione di Locatelli nella nuova Juve di Allegri scatenerebbe naturalmente tutta una serie di domande. Perché siamo un po’ confusi a dire il vero. Il Sassuolo prima, e ora l’Italia di Mancini sembrano fare apposta a confonderci le idee. Non sappiamo più in che ruolo giochi Locatelli. E soprattutto in quale porzione di campo se lo immagini Allegri. Forse anche lui si sta interrogando durante questo Europeo. Magari sta cambiando parere e gli piace più così, un po’ mezzala, come sta piacendo a tutti noi. Oppure lo vede comunque vertice basso in un centrocampo a tre, o ancor meglio da interno a due, come nel Sassuolo di De Zerbi dove Manuel è esploso. Dunque? Forse questa confusione che abbiamo in testa è l’effetto collaterale della comprensione del gioco assoluta raggiunta dal giocatore. Il calcio funziona un po’ come Matrix e Locatelli in questo momento è Neo. Può fare quel cavolo che vuole, dove vuole: vede il codice. Non si tratta di super poteri fisici, mica vola Locatelli. È la lettura del gioco che fa la differenza, la comprensione dei principi e delle funzioni al di là del ruolo e del sistema di riferimento. Al di là delle apparenze.