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Maurizio Sarri lo ritiene un intoccabile dal primo giorno alla Continassa. Perfetto per il suo calcio, adatto alle sue idee, esplosività e imprevedibilità. Eppure Douglas Costa poteva davvero lasciare la Juventus all'inizio della scorsa estate, quando la dirigenza bianconera aveva praticamente messo in conto un incasso importante col brasiliano. Prima di provare a sacrificare Paulo Dybala, infatti, la Juve ha ascoltato più società - soprattutto inglesi - per procedere alla cessione di Douglas Costa chiedendo oltre 75 milioni di euro come base d'asta per arrivare anche a cifre maggiori.

IL RETROSCENA - In prima fila c'era il Manchester United che ha chiesto Douglas alla Juve quando ci si è confrontati sull'operazione Paul Pogba per il ritorno del francese a Torino. Pogba spingeva per il rientro nel club che ha amato come nessun altro; Ed Woodward su precisa indicazione di Solskjaer ha chiesto alla Juve in cambio di poter trattare Douglas Costa per i Red Devils che stravedono per lui da anni, così come Pep Guardiola dall'altra sponda di Manchester. Fabio Paratici ha avviato il discorso senza mai entrare nei dettagli, perché mentre da inizio maggio si ragionava sul grosso incasso con Douglas Costa, con la scelta definitiva caduta su Sarri per la panchina si è subito bloccato tutto. "Douglas con me è un titolare", indicazione di Maurizio all'agente Fali Ramadani che ha curato le prime riunioni con la Juve fino ai contratti. Risultato, Douglas resta e per Pogba non si è fatto più nulla. Chissà dove porteranno a giugno 2020 queste sliding doors... 

Fabrizio Romano, per Calciomercato.com