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La Juventus può perdere, ok. Magari non col Benevento, poco dopo essere uscita di scena in Champions col Porto. Ma di base gli schiaffi possono anche "far bene" a una grande squadra come si presume essere la Juve. E quale migliore occasione per risollevarsi del derby col Torino?

Detto, fatto. Anzi no! I bianconeri passano con Chiesa e pensi che stavolta non può andare di nuovo storta, almeno il vantaggio sapranno difenderlo. E invece... Uno che sembrava una delle poche certezze di questa stagione, il portiere Szczesny, commette due incertezze (da matita blu la seconda) permettendo a Sanabria di entrare nella storia della stracittadina della Mole per una doppietta ribalta-Juve. Mentre un giocatore in confusione ormai da mesi, ossia Kulusevski, a inizio ripresa lancia l'attaccante avversario in un deja-vu di quanto visto in quei primi secondi di Oporto, con Bentancur nella veste di assist-man al contrario per Taremi.

Ecco, c'è un filo diretto che collega la sconfitta col Porto e questa nel derby, con in mezzo quella col Benevento. Un approccio mentale ormai cronicamente errato. Perché si può sbagliare, si può non essere sempre al top, lo ribadiamo. Ma c'è una sottile linea di confine che, se oltrepassata, accende una spia inquietante. Esattamente quella che ormai è accesa nella squadra di mister Pirlo. La famosa mentalità da vera big, quella che ormai ufficialmente la Juve ha perso. Un passaggio di consegne che, in attesa del match dell'Inter di stasera a Bologna, sembra definitivamente effettuato ai nerazzurri di Antonio Conte. Proprio colui che dieci anni fa contribuì a riportare nella Torino bianconera quella stessa mentalità dopo gli anni del difficile post-Calciopoli.

E meno male che CR772 (agganciato Romario!) ha almeno pareggiato i conti alla fine, mantenendo i bianconeri agganciati al 4° posto del Napoli (mercoledì scontro direttissimo per la Champions) tenendo a -4 la Lazio...