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Una vita a tinte bianconere, la spola tra casa e Vinovo, il traguardo del calcio professionistico che diventa realtà grazie all’Under 23 allenata da Zauli. Giuseppe Leone, classe 2001, ha vissuto e sta vivendo il sogno di tutti i bambini che cominciano a giocare a calcio dalle parti di Torino. Lui, più precisamente, arriva da una delle scuole calcio più attrezzate del capoluogo piemontese, il Vanchiglia. Nel 2009, però, viene notato da uno dei tanti osservatori della Juventus che girano per i campi del torinese e che lo porta alla Vecchia Signora. Dal 2009 al 2021 sono 12 anni, è tanto, soprattutto se ne hai segnati 19 sulla carta d’identità, a quel punto significa tutta una vita.

PROFILO - Attraversare per dodici anni le giovanili della Juventus non è una cosa per nulla banale. Il fatto di essere sempre stati riconfermati è già, di per sé, indice delle qualità del calciatore, sia tecniche ma soprattutto mentali. Per capire che tipo di giocatore sia Giuseppe Leone basta andare a riprendere una recente intervista rilasciata a JTv durante la quale dichiara di ispirarsi a Pjanic, con il quale ha avuto la fortuna di allenarsi in alcune occasioni. Leone è un centrocampista centrale che preferisce interpretare il ruolo come regista, uno di quei giocatori a cui piace toccare tante volte il pallone, trovare le imbucate per i compagni, verticalizzare per dare velocità alla manovra della squadra. Allo stesso tempo, però, può giocare anche come mezzala, salire di qualche metro in campo e provare a inventare sulla trequarti avversaria.

LA STAGIONE – Nel centrocampo della Juve Under 23 la competizione è tanta e Zauli ha l’imbarazzo della scelta. In questo momento, dopo diverse panchine nella fase centrale della stagione, il minutaggio di Leone è un continuo crescendo e aumentano le titolarità. Segno che il salto dalla Primavera alla Serie C comincia ad essere digerito e che le prestazioni salgono di livello. Il centrocampista classe 2001 è un calciatore ordinato, pulito, magari non particolarmente appariscente nelle giocate. Deve crescere nella continuità all’interno della partita e prendersi maggiori responsabilità con la palla tra i piedi, senza limitarsi al compitino. Le qualità ci sono e l’obiettivo è quello di mettere in difficoltà Zauli nelle scelte: solo in questo modo potrà spostare il sogno dell’esordio in prima squadra dal cassetto e renderlo reale con la prima presenza nel gruppo di Andrea Pirlo.