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La bellezza, l'estro, l'estetica sono tutte componenti che nel mondo del calcio elevano un giocatore a star. Un dribbling o un colpo di tacco però, per quanto materiale utile da caricare su YouTube, non sempre sa far breccia nel cuore dei tifosi. Può, per carità, ma il passaggio resta meno immediato che non per altre qualità. Grinta e determinazione, per quanto parole spesso abusate, invece, hanno il potere di un'entrata a gamba tesa: spezza le ossa agli avversari e manda in visibilio i propri tifosi e compagni. La Juventus, da quanto sembra da queste prime uscite stagionali, ha trovato il suo nuovo Montero. Dall'Uruguay alla Turchia, dal calcio maschio degli anni Novanta a quello instagrammato dei giorni nostri: passa il tempo, ma nessuna di queste distanze cambia il giudizio che in tanti hanno avuto di Merih Demiral.

NON SI TOCCA - Qualche avvisaglia di quella che a Napoli chiamerebbero cazzimma, si sono intravisti già nella gara di Nanchino contro l'Inter. Il recupero, con uno scatto impressionante nel breve, sulla conclusione di Perisic avevano già tratteggiato la temerarietà del difensore turco, ma non è stato l'unico episodio caratterizzante. Sempre contro l'Inter, Demiral ha tirato fuori un vasto repertorio da centrale d'antan, con un corollario di sguardi truci ed entrate senza timore - e qualche battibecco - che però non ne hanno oscurato la sua assoluta modernità. Rapido, preciso, senza sbavature in impostazione. Così è scattato l'amore con il pubblico, così Demiral ha scalzato, da ultimo arrivato, Daniele Rugani nelle preferenze. Se uno deve partire, che sia Rugani, pensano in tanti. 

ALLA PABLO - Francesco Totti ancora si sveglia nel cuore della notte, ripensando a Montero. I minuti in campo di Demiral sono ancora troppo pochi per suscitare lo stesso timore reverenziale nei più grandi, ma se chi ben comincia è a metà dell'opera, anche nella gara di ieri con l'Atletico, il turco ha fatto vedere di essere se non altro in forma smagliante. Se n'è accorto anche Diego Costa, punzecchiato fino allo sfinimento da Demiral, ma se ne accorgono, ancora una volta, anche i compagni. Basta vedere l'entusiasmo con cui ha abbracciato Ronaldo nella foto che trovate qui sotto, sempre in occasione della sfida con l'Inter. Quella faccia, quella rabbia positiva - che nella sua compostezza ed eleganza, il già citato Rugani non può possedere - quella voglia di tirare fuori l'urlo più forte, sono il modo migliore per trasmettere la propria leadership. In un ruolo in cui, spesso, il carisma conta più dei piedi.