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L’11 aprile prossimo la Juventus Next Gen è chiamata a ribaltare il risultato, a Vicenza, e provare ad alzare per la seconda volta nella sua storia la Coppa Italia di Serie C.
 
La seconda volta, perché la prima – storica -, vittoria di una squadra B in Italia arrivò nella tarda serata del 27 giugno 2020. La Juve Under 23, all’epoca allenata da mister Pecchia, ebbe la meglio per 2 a 1 della Ternana, al Manuzzi di Cesena, grazie alle reti di Brunori e Rafia. Tra i protagonisti, quella sera prese un palo, c’era l’ala offensiva classe ’98 Ferdinando Del Sole. Il giocatore, oggi in forza al Potenza, ci ha raccontato in esclusiva le emozioni di quella sera, la sua esperienza a Torino e l’importanza delle seconde squadre.
 
Di seguito l’intervista.
 
Cosa ha rappresentato per te personalmente, e per il club, la vittoria della Coppa Italia di Serie C, considerato anche che è stato il primo trofeo di una squadra B in Italia?
 
E’ stato un sogno che tutti desideravamo in quel momento, perché volevamo scrivere un pezzo di storia per la società bianconera, una delle più forti in Italia e che soprattutto punta ad esserlo nelle competizioni di livello internazionale.
 
Che tipo di percorso è stato, quando avete iniziato a crederci?
 
Ci abbiamo sempre creduto perché la squadra era composta da giocatori importanti, avevamo un allenatore di livello che ci ha portati sulla strada giusta e tutti volevamo alzare quella coppa.
 
Qual è il tuo ricordo della finale giocata a Cesena contro la Ternana?
 
Ho vissuto emozioni indescrivibili che porto nel bagaglio d’esperienze personali in carriera. Sarò per sempre grato di aver raggiunto quel traguardo.
 
Quanto ha contato il contributo di mister Pecchia per arrivare a vincere il trofeo?
 
Assolutamente tanto. E’ un allenatore che non ha bisogno di essere stimolato perché possiede le caratteristiche di quelli più importanti. Sicuramente farà carriera.
 
Dopo la vittoria riceveste qualche messaggio particolare dalla dirigenza della Juve e dai calciatori della Prima squadra?
 
Arrivarono complimenti da tutti, ad iniziare dal presidente e la famiglia Agnelli. I giocatori della prima squadra si complimentarono con noi. Insomma, fu lampante il prestigio di aver alzato un trofeo.
 
In quella stagione ti allenasti con la Prima squadra. C’è qualche aneddoto particolare che ti è rimasto impresso?
 
Sì mi sono allenato spesso e sono stato anche convocato con la prima squadra. Sono avvenimenti indescrivibili, in particolare, perché sei al fianco di giocatori del calibro di Higuain e Dybala. Nel calcio di oggi sono in pochi ad avere uno spessore come il loro.
 
In quella squadra c’era Nicolò Fagioli, oggi punto fermo della Juve. Come te lo ricordi in quella stagione e se pensavi che avrebbe fatto questo tipo di percorso.
 
Fagioli possedeva già qualità importanti, era evidente. Non ho mai avuto dubbi sulle sue potenzialità e della carriera che lo aspettava.
 
Cosa ne pensi del progetto seconde squadre, sono utili per la crescita dei giovani?
 
Credo siano davvero un progetto utile. Dimostrazione è il percorso che si può fare nel salto dal campionato Primavera a quelli dei cosiddetti “grandi”, dove c’è differenza. Per me, avere a disposizione una società come la Juventus è stato motivo d’orgoglio. Bisogna tenersi strette esperienze come quelle. Serve come crescita per il club e per chi è chiamato a dare il proprio contributo.
 
Secondo te, quest’anno, la Juve può replicare la vittoria della Coppa Italia?
 
Assolutamente. E’ una squadra imprevedibile. Sicuramente all’andata non è andata come nelle attese ma sono convinto che al ritorno sarà una partita completamente diversa.
 
Come sta andando la stagione con il Potenza, quali sono i tuoi obiettivi personali e quelli di squadra?
 
Quest'anno è un campionato importante per noi. Il progetto societario è nuovo, la nostra squadra è composta da giocatori nuovi. Abbiamo raggiunto la salvezza, il secondo traguardo sono i playoff e vedere in futuro cosa ci aspetta.
 
Si ringrazia Ferdinando Del Sole e l’ufficio stampa del Potenza per la disponibilità dimostrata.