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Ieri Alessandro Del Piero è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano. L’ex attaccante bianconero ha voluto ringraziare tutti per il riconoscimento tramite un post pubblicato sul proprio sito ufficiale: "Quando sono arrivato a Coverciano, per il pranzo che ha preceduto la cerimonia per l’ingresso nella Hall of Fame del calcio italiano della FIGC, ho riflettuto su quanto ho sognato quelle due maglie: una bianconera, l’altra azzurra. Hanno rappresentato e sempre rappresenteranno la mia vita di sportivo, di tifoso, di uomo appassionato di questo sport.
 
Ero un ragazzino quando ho partecipato al primo ritiro della Nazionale Under 16, per quasi vent’anni non l’ho più lasciata. Ho sempre vissuto l’opportunità di rappresentare il mio Paese in campo come un privilegio straordinario, e rivedere quei luoghi che tanto ho frequentato, leggere il mio nome al fianco dei tanti giganti della storia del calcio che fanno parte della Hall of Fame mi ha sinceramente emozionato.
 
Sono molto orgoglioso del riconoscimento che la giuria mi ha voluto tributare nella giornata di ieri, assieme a Osvaldo Bagnoli, Ruud Gullit, Elisabetta Vignotto, Sergio Campana e Bruno Conti, campione del mondo, che come me quando è salito sul palco ha osservato quella coppa del mondo, esposta alle nostre spalle, che non può che essere considerata il punto massimo della carriera di chi ha l’onore di alzarla al cielo.
 
La cerimonia è stata toccante, in particolare nel momento dei riconoscimenti alla memoria a Renato Dall’Ara, Arpad Weisz, Italo Allodi, l’arbitro Stefano Farina. E del ricordo di Davide Astori, proprio nella sua Firenze. Nelle prime file della platea, nella cornice mozzafiato della meravigliosa sala dei cinquecento del Palazzo Vecchio, c’erano tanti bambini e ragazzi, molti dei quali non hanno vissuto di persona le storie dei campioni della Hall of Fame, di quelli che erano presenti ieri e di quelli che sono celebrati nel Museo del Calcio di Coverciano. Eppure nei loro occhi c’era l’emozione di far parte di questo percorso, perché anche questo è il bello del calcio, le storie che si tramandano, il patrimonio che passa da una generazione all’altra, nel nome della passione per il nostro gioco. Quando è stata letta la motivazione per il mio ingresso nella Hall of Fame, ho ripensato a quando ero uno di loro. E ho provato una forte emozione. 
 
Alessandro