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Ogni tanto sembra che il calcio, visto dal suo interno, sembri fregarsene di quello che succeda al di fuori, viaggiando su binari paralleli rispetto a quello che sentono e vivono i tifosi. E non c'è nulla di scandaloso, ovviamente, perché chi popola questo mondo - così come in ogni altro contesto - sono le persone. Le persone si conoscono, imparano ad andare oltre il vizio di forma dei colori, delle bandiere. Le persone, se sintonizzate sulla stessa lunghezza d'onda, diventano amiche. Perché d'altronde, parliamo solo di un gioco. Così, mentre al di fuori del rettangolo verde ci si odia a colpi di tweet e di insulti, dentro si respira un'aria decisamente diversa. Tesa, certo, quando scorre l'adrenalina a mille durante la partita, ma completamente differente dopo, quando anche due personaggi che sembrano agli antipodi possono riscoprirsi grandi amici. 

Ieri, ne abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione. Alessandro Del Piero e Francesco Totti, il capitano della Juve - la potente che non lascia nulla agli altri - e quello della Roma - al contrario, l'eterna seconda, la perdente per natura - ne hanno dato prova in diretta su Instagram, dimostrando un feeling che non è certo nuovo, ma che fa sempre piacere riscoprire. Sorrisi, battutine, attestati di stima. Rivederli parlare, anche se a migliaia di chilometri di distanza, unisce più di quanto non si possa fare allo stadio. Come detto, si sapeva che certo gli strascichi dei tifosi non avrebbero contaminato un rapporto che, con il Mondiale del 2006, ha raggiunto forse il suo apice. Eppure, quel che si vede osservando attentamente, è come la loro lingua, diversa per natura, sia fondamentalmente la stessa. 

Sono due innamorati, uno con il cuore bianconero e l'altro giallorosso, ma innamorati comunque del gioco del calcio. Che divide, come detto, ma non oltre il novantesimo. O meglio, così dovrebbe essere. "Il segno delle quattro pappine? L'ho fatto a Tudor, con te non mi sarei permesso. Eri il capitano della Juventus, un simbolo e, poi, sei un amico" ha rivelato Totti, riprendendo quel noto gesto che fece al termine di Roma-Juve, l'8 febbraio del 2004. Lo stesso amico con cui, qualche anno prima, girò un divertentissimo sketch tratto dal libro di barzellette sul capitano romanista. I due ritornano sempre su quell'episodio, ricordando come ci sia voluto molto più tempo del dovuto per portare a conclusione le riprese. E poi, un altro momento interessante, durante il live di ieriè quando i due si confrontano sui successi portati a casa. Del Piero prova quasi una punta di imbarazzo, quando racconta dei suoi trofei con la Juventus, ridendo dell'autoironia di Totti sul fatto di non aver fatto che un decimo: è una cosa naturale, tra amici, ma che non si vede quasi mai tra i tifosi - che amici non vogliono essere -. Il peso delle vittorie, delle invidie, genera mostri; ma i mostri, nel calcio, sono coloro che, con classe e talento, ci fanno innamorare quotidianamente di questo sport.

I mostri sacri, sia chiaro. Come Alessandro Del Piero e Francesco Totti.