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De Ligt sì o De Ligt no? Sembra che se ne voglia andare. Se così fosse, il dilemma non si porrebbe nemmeno. Ma non ne sappiamo molto, non ne siamo certi, anche se Arrivabene lo ha accennato.

La risposta è abbastanza semplice: dipende dai soldi. Certo, una cifra congrua e possibile. Non i 125 milioni, o quasi, della clausola rescissoria (sarebbe un altro sì); ne basterebbero un centinaio perché si tratta di ricostruire una squadra e non di operare qualche piccolo aggiustamento.

Né Pogba, né Di Maria sono sufficienti a ridisegnare un centrocampo “perduto”, un Cambiaso in più non fa la differenza sulla fascia e in una difesa in difficoltà per l’addio di Chiellini, l’età di Bonucci, la neghittosità di Alex Sandro, le incertezze di Rugani. Nonostante l’ottima stagione di B e il buon esordio in Nazionale Gatti va valutato. Insomma, dato che i giocatori da sostituire sono molti ci vuole un impegno finanziario cospicuo. Il sacrificio di De Ligt, che - diciamolo pure - non è risultato quel perno difensivo imprescindibile, sarebbe quindi opportuno. Con quella cifra si potrebbero acquisire almeno tre giocatori importanti e fare un passo decisivo per la necessaria rifondazione.

Anche se l’operazione non sarebbe esente da rischi, perché De Ligt potrebbe finalmente esplodere. Secondo Allegri “Chiellini, alla sua età, era peggio”, ma siamo sicuri che il giocatore olandese possa fare reparto senza compagni di livello accanto, in questa Juventus?

La cifra da sborsare è certamente alta e ci vorrebbe un acquirente col coraggio di fare una scommessa ragionata su un talento potenzialmente fortissimo. Fortissimo in potenza, appunto, non in atto.