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Non per soldi e nemmeno per denaro. Ora l’abbiamo capito: De Ligt sarebbe andato dovunque (Chelsea, Bayern…), ma alla Juventus non resisteva più. Ha rilasciato due interviste sul tema, battendo sullo stesso chiodo: “Giocavo a sinistra e io vorrei stare a destra…e poi non giocavamo un calcio offensivo”. Lui - continua - era addirittura venuto per Sarri, ma poi se ne andato troppo presto.

A essere precisi, poi si contraddice perché afferma che la Juve giocando a quel modo (cioè molto coperta) ha vinto tantissimo e quindi fa benissimo a continuare così. Insomma non c’entrano i soldi e nemmeno la ragion pratica (vincere) bensì l’idea di essere in Italia (perché qui “si gioca molto lenti”), Paese in cui, in sostanza, avrebbe rischiato di non crescere.

Nagelsmann, allenatore del Bayern, dal canto suo aggiunge che: “De Ligt è arrivato
poco allenato, d’altra parte in Italia è difficile essere in forma”.  Ecco il piatto è servito: in sostanza, quello italiano è un calcio scadente dal quale si fa bene a fuggire, non per soldi, ma per amore del calcio. Eppure Sarri allena ancora in Italia, verrebbe da dire. Si può aggiungere che Nagelsmann è stato eliminato in Champions dal Villareal, che evidentemente correva più o meglio non solo della Juventus, ma anche
del suo Bayern
. Il palmares dello stesso allenatore racconta di una Bundesliga vinta quest’anno, a cui aggiungere una Supercoppa nazionale e un prestigioso record: aver vinto 12 a 0 contro il Bremer sv. Auguriamo a giocatore e allenatore di vincere almeno 5 Bundesliga di seguito, varie
Champions o per lo meno di arrivare a qualche finale di questa prestigiosa
competizione. Correndo tantissimo.