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Ha ragione Chirico quando sostiene che De Ligt va aspettato e non massacrato per gli errori commessi contro il Napoli, la seconda di campionato. Certo, preoccupano anche i precedenti del preseason (i gol presi contro l’Inter, l’Atletico, il Team K-League), ma fanno parte anch’essi di un periodo di assestamento/apprendimento inevitabile, che si spera duri il meno possibile. L’infortunio di Chiellini ha accelerato tutto, diciamolo. E ora l’olandese si trova già in una situazione complicata, un po’ in salita, nel senso che al primo errore, dopo la sosta, rischia davvero di essere etichettato come ‘inaffidabile’. Con dietro Demiral che sgomita e scalpita.  
Restiamo lucidi, allora, e cerchiamo di comprendere le difficoltà incontrate dall’ex capitano dell’Ajax nella gara contro il Napoli. Quali errori ha effettivamente commesso De Ligt? È realmente responsabile in tutt’e tre i gol subiti?
 
GOL DI MANOLAS: COLPA DI DE LIGT? – La prima rete dei partenopei è in un certo senso emblematica. Pone le questioni giuste. In questo momento infatti la Juve non ha solo a che fare con un cambio di interpreti in posizioni cruciali, ma si deve anche abituare ai principi difensivi di un nuovo allenatore. Sarebbe dunque pretenzioso pensare che tutto funzioni sempre alla perfezione quando salgono a saltare avversari come Manolas e Koulibaly, entrambi esperti e pericolosi colpitori di testa. Il rischio c’è a prescindere, figuriamoci in questa fase.   



Detto ciò, bisogna comunque analizzare: Manolas, prima di attaccare l’area sulla rincorsa di Mario Rui, si era andato a posizionare tra Alex Sandro e De Ligt, e mentre il brasiliano lo ‘vedeva’, il centrale olandese gli dava le spalle. Non prendete tutto ciò come un errore di partenza nella marcatura o una specie di disattenzione superficiale: si tratta del famoso ‘orientamento sul pallone’ richiesto dall’allenatore. Nell’immagine sopra è sottolineata in rosso la linea difensiva bianconera. Tutta la squadra si allinea ad essa tenendo come riferimento il limite dell’area, pronta a scappare dietro al momento opportuno. Mario Rui allora parte e calcia. Un attimo prima del colpo di testa vincente di Manolas, la situazione in area è questa. 
 


Viene da incolpare subito De Ligt, in clamoroso ritardo rispetto al centrale avversario. Prendendo però un’altra inquadratura, capiamo che la questione è più complessa. Se la premessa infatti è ‘difendere a zona’, mantenendo la linea fino a un segnale convenzionale stabilito di comune accordo, qui chi sbaglia non è De Ligt ma l’insospettabile Emre Can. È infatti il tedesco che tiene in gioco Manolas al momento del calcio di Allan. 



Da qui l’inevitabile ritardo dell’olandese su Manolas quale effetto ‘a valle’ di una contraddizione del sistema ‘a monte’. Ecco perché è difficile la zona pura.
 
GOL DI LOZANO: COLPA DI DE LIGT? – Sul gol di Lozano invece la responsabilità di De Ligt è chiara. Avevo già parlato in questa rubrica delle difficoltà di reparto che avrebbe potuto incontrare il difensore proveniente dall’Ajax. Devo ammettere tuttavia che questo errore mi ha sorpreso ugualmente. La Juve ha appena subito una pericolosa infilata sul suo lato destro, con Danilo che è stato tagliato fuori da un passaggio verticale per Zielinski. Il polacco ora è lanciato lungo la fascia e Bonucci è costretto a scalare su di lui. Si profila un 3 vs 3. 



De Ligt inizialmente ha un vantaggio su Lozano, ma mentre ‘scappa’ verso l’area viene attratto dalla presenza di Mertens. Perciò rallenta, da una parte confidando nella diagonale di Alex Sandro su Lozano stesso, dall’altra per tentare l’anticipo sull’eventuale passaggio di Zielinski al ‘rimorchio’ belga. 



In sostanza è uscito in questo momento dalla modalità ‘difendere a zona’. Infatti si disinteressa della palla e della zona più pericolosa da difendere (la traiettoria sul primo palo tra Zielinski e Lozano), per andare istintivamente sull’uomo (Mertens), che altrimenti sarebbe rimasto solo. Ha ragionato in termini di parità numerica. La zona invece è sempre una questione di priorità razionali, spesso anche controintuitive.



GOL DI DI LORENZO: COLPA DI DE LIGT? – Anche il terzo gol del Napoli, come il secondo, è figlio di un errore esclusivo di De Ligt. Si tratta di un altro calcio piazzato, una situazione speculare alla rete di Manolas. Sicché a questo punto mi potreste domandare: perché qui è colpa di De Ligt e nel primo caso no? 



Sul 3-2, sotto pressione, la difesa a zona della Juve si è trasformata in uno strano ibrido. Scappa dietro molto prima e soprattutto sembra affidarsi di nuovo alla marcatura a uomo. Un po’ come quando si torna alle vecchie certezze nei momenti di difficoltà. In realtà Manolas passa da CR7 a Bonucci con una sterzata in corsa, dunque non viene seguito ‘a uomo’. Il centrale italiano comunque è bravo a frapporsi tra l’avversario e la porta, con mestiere, cosa che non riesce a fare invece De Ligt, che pare quasi rallentare inspiegabilmente, forse sperando in un colpo di testa di Bonucci stesso a liberare l’area.    



Ed ecco l’intervento disperato col quale cerca di anticipare in extremis Di Lorenzo. Invano. I grandi salvataggi acrobatici sono spesso il frutto di una impercettibile distrazione precedente commessa dal difensore. Una distrazione ancora rimediabile. Questa non lo era.
 


Ora, sommando questo errore di De Ligt al gol di Manolas (dove comunque ritarda..) e alla seconda rete di Joao Felix nella partita di precampionato contro l’Atletico, si ha l’impressione che l’olandese non legga ancora bene le fughe a protezione dell’area e più in generale della porta. È solo una constatazione provvisoria, in itinere, ma va fatta.