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Cercare una soluzione ai problemi della Juventus, in questo momento, potrebbe essere scoraggiante come cercare un ago in un pagliaio. Fortunatamente, questo arduo compito ricadrà sulle spalle di Maurizio Sarri ed il suo staff, che in questo momento delicato dovrà trovare una formula per uscire da questa "crisi di gioco" in cui sembra precipitata la squadra. Eppure, la brillantezza non è stata proprio la peculiarità di questa stagione, anzi. A partire dalla costruzione del gioco, sino agli automatismi della linea difensiva, da settembre c'è una costante caccia al colpevole, in cui si cerca di individuare un responsabile cui sobbarcare ogni responsabilità. Allenatore a parte, sempre sulla graticola per natura, uno degli altri imputati è stato Matthijs de Ligt, l'acquisto più caro dell'estate. 

Infatti, sul centrale olandese le critiche sono piovute fin dall'International Champions Cup giocata in Asia in estate. Non certo la finale della coppa del Mondo. In questo scenario, che è proseguito al motivetto "quando torna Chiellini" per tutto l'autunno ancora, De Ligt si è ripreso il suo spazio in copertina, passo dopo passo. Certo, la sconfitta di ieri tende ad analizzare gli aspetti negativi, ma De Ligt - durante la sua assenza per sistemare la ferita alla testa, la Juventus ha preso gol - ha rappresentato un segnale di solidità, laddove invece poteva tranquillamente regnare la conclusione. Così, vien facile intuire come, ancora una volta, De Ligt sia stato il parafulmine per alcune critiche che, invece, avrebbero dovuto essere rivolte ai problemi strutturali della squadra. Gli stessi che ieri sera hanno fatto vedere una squadra in forte ritardo, rispetto alla tabella di marcia preventivata.