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Notizia: la Procura Federale è riuscita ad aprire un fascicolo su quello che ha detto Aurelio De Laurentiis prima del recente boxing day. Adesso, però, bisognerà vedere quanto tempo impiegherà il procuratore federale a decidere quali provvedimenti prendere - e se davvero li prenderà - nei confronti del presidente del Napoli, squadra per la quale Pecoraro ha ammesso di tifare.

Ce la farà? Non coltivo grandi aspettative, sapendo come gira e come ha girato finora il fumo in Figc. Il neo presidente Gravina, dopo i casini scoppiati prima e durante Inter-Napoli, ha promesso che, d'ora in poi, la Federazione non tollererà  più nulla. Soliti proclami. Come ha detto Allegri, servono i fatti.

Finora, dal movimentato boxing day di Santo Stefano, l'unico a pagare - con 10 mila euro di multa - è stato, però, proprio il tecnico livornese per le insinuazioni sulla procura federale e i suoi collaboratori, espresse (pare) al termine della gara di Bergamo.

Di Allegri è ampiamente documentato il generico appello rivolto ai “maggiori tesserati” a non lamentarsi, perché così facendo innescano i fattacci, come quelli di San Siro (amara previsione). Sul resto, fa fede quanto riportato dagli ispettori federali sul loro rapporto. Se Allegri ha esagerato, la sanzione è giusta.

Peggio, però, è dire - prima di una partita - che l'arbitro è cattivo, non imparziale, non una persona perbene, e che il Var porta acqua solo ai soliti mulini. Praticamente, un calcio corrotto. E se a dirlo è un presidente di club è, semplicemente, inammissibile. Sostenere, per pura e semplice partigianeria, che queste dichiarazioni non sono gravi o - al massimo - simili a quelle di Allegri, significa essere in totale malafede. Attendiamo fiduciosi sviluppi.

Sia chiaro, non per un desiderio di vendetta, ma per giustizia. Perché bisogna anche smetterla di fare demagogia, retorica e moralismo spinto tutte le volte che accadono episodi incresciosi nel calcio, anziché andare a punire in modo serio fomentatori e violenti. Per quanto riguarda questi ultimi, la soluzione è semplice: li si va a stanare uno per uno, perché la Digos li conosce quasi tutti, e gli si impedisce per davvero di mettere piede negli stadi. Se però il primo ad andare alle feste degli ultrà e ad abbracciare i violenti è il Ministro degli Interni, non si comincia bene. Perché l'ordine pubblico deve garantirlo lo Stato, non la Federazione. Quest'ultima può e deve intervenire sui sobillatori, sugli addetti ai lavori che pensano di poter dichiarare di tutto, ma così facendo delegittimano e screditano l'intero sistema calcio, solo per ricevere consenso e applausi dalla propria piazza d'appartenenza.

E in questo De Laurentiis è un maestro. Per ogni scudetto perso, la scusa ce l'ha sempre pronta: campionato falsato, qualcuno ha barato. Accuse gravissime, infamanti, che ADL finora ha potuto pronunciare e reiterare tutte le volte che ha voluto, senza ricevere nemmeno un rimbrotto da quella FIGC che ora promette il pugno duro. Ci dobbiamo credere?


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