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Il Napoli è nel caos più totale: 11° posto. Dietro al neopromosso Verona, tanto per dirne una. De Laurentiis ha provato a dare una svolta con il cambio in panchina da Ancelotti a Gattuso, bei tempi quando in panchina c'era Maurizio Sarri, il Napoli vinceva e i tifosi si divertivano. Belli sì, ma anche passati. Nascosti lì, tra ricordi sbaditi.

L'ATTACCO DI DELA - Perché da quest'estate Sarri ha iniziato una nuova vita da allenatore della Juve, e De Laurentiis non ha perso occasione per attaccarlo, fin dall'inizio della stagione: "Sta sempre in tuta, urla e bestemmia; vorrei capire come si adeguerà allo stile della nuova squadra". Eppure ci è riuscito, indossando anche giacca e cravatta. "Sarà ancora più bello vedere quando Ancelotti batterà la Juve sul campo" aveva detto ancora il presidente del Napoli. Risultato? Juve-Napoli 4-3: l'autogol di Koulibaly al 92' ha deciso una partita da brividi. Domenica non ci sarà Ancelotti, esonerato da De Laurentiis per i risultati negativi e sostituito da Rino Gattuso. 

SILENZIO E GRATITUDINE - Dall'altra parte, Sarri non ha mai detto una parola fuori posto su De Laurentiis: riconoscenza massima a un presidente che l'ha lanciato nel grande calcio dopo l'esperienza a Empoli. Gratitudine. Anzi, in ogni occasione che ha potuto l'ha sempre ringraziato. E alla fine Dela con Gattuso è tornato al passato: a quel 4-3-3 che con Sarri era diventata quasi una filastrocca. Sarri domenica tornerà al San Paolo: nostalgia canaglia. Ma stavolta sulla panchina della Juve.