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La Juve ha deciso da tempo di vendere Cancelo. I motivi sono due: economico, perché il club deve far quadrare i conti e il portoghese aveva da mesi offerte importanti; tecnico, a causa delle difficoltà evidenti mostrate dal giocatore in fase difensiva. Per soldi, insomma, ma non solo. Così come non convinceva Allegri, che gli ha preferito De Sciglio in partite importanti, Cancelo non piace a Paratici.

Era una delle poche situazioni sulle quali allenatore e ds andavano d'accordo, ormai. La cessione ci sta, dunque, benché Cancelo abbia qualità tecniche difficili da trovare in un giocatore di fascia (non a caso Guardiola lo ha voluto a tutti i costi). Il guaio è che sembra più un'ala che un terzino, caratteristica che lo rende poco adatto al nostro modo di intendere il calcio. Ma l'operazione avrebbe avuto un senso se la Juve avesse incassato 60 milioni e avesse potuto scegliere un sostituto diverso: uno che costa meno però ha anche caratteristiche differenti, è attento in copertura, è più... italiano, insomma. Lo scambio con Danilo ha una valenza economica, perché la Juve ci guadagna comunque 30 milioni (ma aveva pagato il portoghese 40 milioni appena un anno fa, perciò la plusvalenza non è straordinaria).

Sul piano tecnico, invece, è un'operazione che ha poco senso: i bianconeri prendono un giocatore più vecchio (di tre anni) e peggiore di Cancelo, con i suoi stessi difetti in fase difensiva. Una riserva del Manchester City, competitor della Juve in Champions, al quale viene dato un ingaggio elevatissimo, addirittura 4 milioni più bonus. Evidentemente la Juve aveva assoluta necessità di fare cassa e Cancelo era una delle poche opzioni possibili. Ma, sul campo, i bianconeri ci rimettono. E il City ci guadagna.
@steagresti