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  • Damien Comolli e quell'ossessione già bianconera

    Damien Comolli e quell'ossessione già bianconera

    • Stefano Barollo
    Ossessione. Nel senso più totale del termine. Quante volte abbiamo sentito la parola ossessione legata alla Juventus? Tante, come è sempre stato per questa squadra: il bianconero ci va di pari passo. E allora dove cominciare, se non proprio da qui. Damien Comolli si è presentato alla Juventus con idee chiare e forti, mettendo subito dei punti fermi: Igor Tudor è stato confermato, così come Kolo Muani (almeno per il Mondiale per Club).

    Le parole di Comolli, però, vanno oltre e mostrano sicurezza e convinzione, due temi che spesso sono mancati nella scorsa stagione. E poi l'ossessione, un concetto chiave per l'ambiente bianconero, ribadito più volte durante la conferenza stampa. Insomma, il nuovo direttore generale della Juventus, come dichiarato da lui stesso, ha compreso l'importanza della vittoria accompagnata da quell'ossessione tanto chiacchierata soprattutto negli ultimi tempi.

    E allora la nuova Juventus può (e deve, necessariamente) ripartire proprio da qui: dalla novità di una figura importante, che però conosce il significato dell'ossessione.
     

    Le parole di Comolli sull'ossessione



    PRIORITÀ E OBIETTIVI - "La prima volta che ho incontrato la proprietà mi è stato chiesto cosa volessi raggiungere. Ho detto che volevo vincere. Non posso garantire che vinceremo, ma posso garantire che farò di tutto per vincere. Quando si guarda alla maglia della Juve l'unico modo è cercare di vincere. Cercare di vincere sarà la mia ossessione e questo fa già parte della cultura del club".

    MONEYBALL - "Non so se sia stato romanzato. So quello che abbiamo fatto. Il modello è come rendere razionale un'industria molto irrazionale, schizofrenica. La mia ossessione, quando ho cominciato a utilizzare i dati, mister Moneyball è un mio amico, l'ho incontrato e abbiamo parlato. La mia frustrazione era vedere tante cattive decisioni sullo scouting. Mi chiedevo: come essere più precisi? Il principio moneyball è stato molto utile e può aiutare sul mercato. La mia ossessione è come poter migliorare e per farlo bisogna avere un vantaggio competitivo e per farlo utilizzo i dati".
     

    Il precedente con Thiago Motta e il nuovo corso



    "L'ossessione per la vittoria": ha detto proprio così Damien Comolli, e il pensiero - come spesso accade nelle occasioni di novità - ha viaggiato indietro, verso note decisamente più amare. La stessa identica espressione, in un contesto e un momento con contorni ben diversi: la Juventus si trovava in Arabia Saudita per la Supercoppa, e Thiago Motta rispondeva a una domanda in conferenza stampa.

    L'ormai ex allenatore affermava di non avere l'ossessione, di non gradire quella parola. Certo, non sarà stato l'unico aspetto a determinare il crollo di Thiago e della sua Juve. Ma in bianconero, come ha dimostrato il suo esonero e poi la scelta di Igor Tudor, l'ossessione è qualcosa che va ben oltre.

    È un concetto differente, che se declinato nel modo giusto può trasformarsi in motore inesauribile. E Thiago Motta, probabilmente, non ha saputo sfruttarlo. Oggi, però, può e vuole farlo Damien Comolli: le parole sono state chiare, adesso il nuovo corso deve seguire quel motore.



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