commenta
Capita in questi giorni di sentirsi chiedere: ma davvero la Juve, la società migliore d’Italia e una delle più efficienti del mondo, non ha le idee chiare sull’allenatore da prendere? L'opinione che ci siamo fatti è proprio questa: il club bianconero, fatto fuori Allegri, si sta guardando attorno senza una linea guida, senza certezze, senza un progetto di calcio al quale affidarsi. Un’incertezza reale, della quale però non ci dobbiamo stupire. E’ abbastanza normale che un club, perfino il più organizzato, abbia un momento in cui è spiazzato, anche perché non dipende solo da se stesso ma da situazioni diverse, soprattutto quando si parla di tesserati con altre società.

 

Cinque anni fa, quando Conte mollò la Juve a metà estate, la società consultò tre allenatori oltre ad Allegri, che poi fu il prescelto: Mancini, Mihajlovic, Spalletti. Era un momento di emergenza totale, i giochi per gli altri club erano fatti. Stavolta, seppure con maggior tempo a disposizione, i bianconeri stanno procedendo allo stesso modo: una sorta di casting.

 

Non è questo a stupirci, ma la varietà di caratteristiche degli allenatori consultati dalla Juve. Se si pensa a Inzaghi e a Sarri, la sensazione è che non si sappia bene da quale parte andare. Simone è - fatte le dovute proporzioni - potenzialmente un nuovo Allegri: un gestore di calciatori, che si adatta agli uomini che ha a disposizione e massimizza il loro rendimento in funzione del risultato. Lo spettacolo? Se c’è, meglio; se non c’è, pazienza. Maurizio è invece l’anti-Allegri, tanto che tra di loro c’è una contrapposizione feroce: il Napoli bello e la Juve vincente hanno creato quasi un dualismo ideologico.

 

Dal nuovo Allegri all’anti-Allegri: no, la Juve non ha le idee chiare. L’importante, per i tifosi, è che alla fine scelga quella migliore.

 

@steagresti