FROSINONE - "Dopo la retrocessione, decisi di lasciare Frosinone. È stato l’errore più grande della mia vita. È un rimpianto che mi accompagna sempre. Quella società, quella città, mi avevano dato tutto. Temevo che il gruppo venisse smantellato e mi accordai col Carpi. Ho giocato sette partite, poi sono stato messo fuori squadra. Ancora non so perché. Mi hanno messo a correre intorno al campo da solo, l’esperienza più brutta della mia vita. Un pallone toccato e avrebbero preso provvedimenti. Da inizio agosto a fine gennaio, così. Il calcio è sempre stato il mio lavoro, mai il mio stile di vita. Quando conoscevo qualche ragazza, dicevo che avevo un negozio d’abbigliamento. Non ho mai voluto essere definito un calciatore. Sognavo di esserlo da bambino, quando mi sbucciavo le ginocchia dietro a un pallone. Da grande, mi sono accorto che era soprattutto una maschera. E da un viaggio ho capito che la mia vita doveva prendere un’altra direzione”.
JUVE - “Spero in una sorpresa. Perché la mia Juve vincerà comunque il campionato e vedere il sorriso di alcuni miei vecchi compagni sarebbe impagabile. Vorrei che segnasse Soddimo. Fu lui a mettermi sulla testa quel cross a Torino, se la meriterebbe una gioia del genere. CR7? Voglio conoscerlo. È il numero uno al mondo. Anche se si veste un po’ da tamarro. Magari posso consigliarlo un po’”.