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Una partita, quella di ieri sera, che lascia un pochino perplessi. Nel senso che, ripensando a freddo allo sviluppo della gara, ai vari momenti alterni e soprattutto al finale, rimane il dubbio se non si potesse davvero provare a fare qualcosa di più da parte della Juventus, e portare a casa la vittoria.  Che naturalmente non avrebbe significato qualificazione certa, il Real Madrid insegna, ma una grossa ipoteca sulla conquista della semifinale di Champions. Diciamo quindi pareggio giusto per quanto si è visto nei 90’ di gioco, Ajax sicuramente più forte di quanto si potesse pensare. Del resto l’eliminazione del Real non è fatto episodico, ma a mio giudizio meno di come sia stato dipinto: squadra che gioca benissimo, di prima, ma ha una fase difensiva molto elementare. E su questo si dovrà puntare nel ritorno, dove credo sia utile prendere atto che la Juventus, con in campo giocatori più tecnici, abili nell’uno contro uno e a creare superiorità numerica, può davvero far male ai lancieri.


IL 4-3-3 E IL GOL DI RONALDO - Le scelte di Allegri sono state consequenziali alle assenze di Chiellini ed Emre Can: 4-3-3 con Cancelo-Rugani-Bonucci-Alex Sandro come linea difensiva, Bentancur al posto di Emre Can, tridente offensivo Bernardeschi-Mandzukic-Ronaldo. Come solito, è questo un modulo camaleontico, la Juventus in fase di non possesso palla arretrava di norma Bernardeschi sulla linea dei centrocampisti, per realizzare una perfetta linea a 4, mentre in fase di possesso palla Pjanic arretrato e Bentancur più avanti quasi a rombo di centrocampo. Dopo i minuti iniziali, con l’Ajax che ha preso decisamente l’iniziativa, la vera difficoltà dei bianconeri è stata nella zona centrale, dove Pjanic ha dovuto praticamente fungere da mediano interditore, limitando così la sua capacità di far ripartire la manovra; inoltre Cancelo ha avuto il suo da fare sulla fascia, spesso compiendo errori di disimpegno nella fase centrale del primo tempo. E' stato il momento di maggiore difficoltà dei bianconeri, ma di fatto pochissimi pericoli, un solo intervento difficile di Szczesny. Viceversa, quando la Juventus è riuscita a sviluppare le sue azioni, in campo aperto, le occasioni non sono mancate: già Bernardeschi poteva colpire a metà primo tempo. Il gol è arrivato su una perfetta ripartenza lanciata da Bentancur, tre passaggi di prima, perfetto cross a centro area, dove Ronaldo si è fatto trovare perfettamente libero di battere di testa a rete.


IL PAREGGIO E L'INGRESSO DI DOUGLAS - Il rammarico nasce ripensando al modo in cui è arrivato il pareggio, assolutamente evitabile: uno svarione di Cancelo, e Neres ne ha approfittato, anche perché la difesa era già salita e ha dovuto retrocedere in maniera precipitosa, non efficace a chiudere gli spazi di tiro al brasiliano. E’ stato il momento più delicato della gara, l’Ajax ha provato ad accelerare, creando pericoli alla retroguardia bianconera, ci sono stati momenti in cui non si riusciva a ripartire, si era sempre in ritardo sulle seconde palle. Eppure la forza mentale dei bianconeri, secondo me, è emersa proprio in questo momento difficile: non c’è stato lo sfilacciamento visto contro l’Atletico Madrid al Wanda Metropolitano. La dinamica della gara è invece cambiata nettamente con l’ingresso di Douglas Costa, al posto di un evanescente Mandzukic, giocatore utilissimo quando occorre lottare, in partite “sporche”, agonistiche, meno invece quando c’è da giocare di tecnica, puntare l’avversario e creare superiorità numerica. Con il brasiliano in campo prima, e successivamente Dybala per Matuidi, il 4-3-3 si è sostanzialmente riconfigurato in 4-2-3-1, Douglas Costa a sinistra, Bernardeschi a destra, Dybala in zona centrale, dunque due esterni supportati che hanno impedito agli esterni difensivi olandesi di poter salire e dare pressione in attacco. E credo che al ritorno, come detto, si dovrà partire da questa “lezione”, sfruttare il fatto che la fase difensiva dei lancieri non è ottimale, impedire le proiezioni offensive degli esterni difensivi, bloccare la fonte di gioco che è De Jong; il resto diventerà consequenziale.