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Francesco Totti cambia bandiera, lascia la sua fede verso la Roma e diventa juventino. Una notizia letta così, a prescindere che a farlo sia un tifoso della Juve od un romanista, susciterebbe la stessa identica reazione: "Che cavolate che scrivono i giornali!". Tanto è surreale l'ipotesi, tanto si avvicina a qualcosa che potremmo definire impossibile. L'ottavo re di Roma che si toglie la corona e rivela la sua vera natura... Neanche in un film della Marvel. Eppure, ben lontani dall'alimentare fake news, non si può non notare qualche movimento sospetto in casa Totti, qualche movimento che spinge verso Torino piuttosto che Roma. Sono piccoli segnali, click, messaggini a vecchi amici, che eppure stanno facendo avvicinare l'ex Capitano giallorosso all'ambiente juventino. 

ER CUCCHIAIO - Come il suo gesto tecnico più emblematico, anche questo atteggiamento social di Totti ha l'obiettivo di confondere le acque. Già, come un malcapitato portiere scavalcato dalla sua palombella, in tanti ci sono cascati, al punto quasi di offendersi (come successo ai romanisti per un galeotto "like" a Buffon dopo la vittoria della Juve in Coppa Italia). Altri invece, come nel caso degli juventini, si sono divertiti a prendere in giro Totti, che ha risposto come sempre sornione, quando in mezzo ci sono i colori bianconeri. Tanti punti di collisione, tra due mondi spesso paralleli, come quelli di Totti e della Juventus. Due mondi che si sono anche scontrati, per quanto l'astio e l'attrito arrivasse più dalla parte giallorossa, che non da Torino. 

SIMBOLO - Con i mostri sacri, comunque, non si scherza. E per questo, Francesco Totti verrà ricordato come bandiera della propria squadra, che scherza con il suo ex compagno Pjanic anche se alla Juve, ma comunque fedele. Come lo stesso Buffon, rappresenta una generazione che sta andando verso la sua fine, una generazione di fenomeni che per il loro semplice talento sono stati apprezzati da chiunque. Tranne Totti, forse, che ha trovato la sua vera consacrazione anche mediatica solo in prossimità del ritiro. Prima, invece, ha sofferto un po' del provincialismo di cui soffre la stessa Roma che ha rappresentato. Un provincialismo che porta spesso il tifo ad essere conflittuale, come spesso è successo in occasione delle sfide tra le due squadre. Però, invecchiando, si diventa più saggi e forse ci si rende conto che cuore e cervello spesso seguono strade differenti.