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Sarri, si sa, ha un carattere rigido. Non è né duttile, né diplomatico. Orso, brontolone , poco incline alla mediazione. Spesso è risentito, troppo risentito. Se la pigliava con Mancini (allora allenatore dell'Inter) perché era troppo elegante, “troppo profumato”, non gli piacevano le squadre “con la maglia a righe”, il campionato non lo perse contro la Fiorentina ma per “episodi discutibili in Inter-Juve”. Ora, come un fulmine a ciel sereno, dopo il pareggio in casa con l'Udinese, la colpa è “del manto di gioco dell'Olimpico, se non lo aggiustano me ne vado”.
 
Insomma, la sua emotività è tale che si fa fatica a credergli. Forse, però, in una cosa ci siamo sbagliati. A non prenderlo sul serio quando, pur in testa al campionato con la Juve (poi vinto), si rivolse alla squadra con un pesantissimo: “Siete inallenabili!” Siete, cioè tutti. Allora ci sembrò eccessivo, anche se “non so come ho fatto a non vincere il campionato contro di voi”, era francamente peggio.
 
Oggi, quella prima espressione, tra lo sconforto e lo scandalo, non ci sembra così peregrina. Perché la Juventus, con tre allenatori diversi e differenti per indole, esperienza, atteggiamento, non ha mai espresso un gioco decente? Le risposte possono essere varie. La prima, la più banale, è che non ne avevano voglia. Non ne avevano voglia di rincorrere tutti i palloni, di raddoppiare, di giocare con la difesa alta, di smarcarsi velocemente e chiedere il triangolo corto...La seconda potrebbe essere, invece, che proprio non ne erano capaci o meglio, che sono rimasti come intrappolati a quei benedetti 5 anni allegriani di realismo e di cinismo, durante i quali prima si difendeva, poi si vedeva come andava. Ma se fosse così, perché col ritorno di Allegri, non ne sono più capaci? Intanto, per esempio rispetto al suo ultimo scudetto (2019), Chiellini, Barzagli, Kedira, Matuidi, Mandzukic, Pjanic, Ronaldo...non ci sono più; alcuni, tra i restanti,  sono invecchiati. A dir la verità, Chiellini al ritorno di Allegri c'era ancora e, anche se a mezzo servizio, la sua presenza si faceva sentire. Ma, comunque, mezza squadra è cambiata. La difesa è invecchiata, il centrocampo è peggiorato, l'attacco forte, ma sulla carta.
 
Un po' per fatalismo, un po' per pigrizia, un po' perché crede poco agli aggiornamenti, tornando, Allegri probabilmente pensava di ripetere lo stesso spartito delle glorie passate, pur con interpreti diversi. Insomma tendenzialmente guardava  (e guarda) indietro. Non si spiegherebbero, altrimenti, il ritorno di Pogba e l'arrivo di Di Maria, puntualmente marchiati da infortuni per età e logoramento. Ecco allora il punto: l'impossibile tentativo d'un ritorno al passato ha generato un presente incerto. E pensare che il nuovo motto della Juventus è : “Vivi avanti!”