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Così fan tanti, non tutti ma tanti. La Juve lo fa sempre di più, consolidando e rafforzando la strategia di scambi quasi (quasi, importante) alla pari, tra giocatori spesso fuori dal reale giro della prima squadra mettendo così a segno plusvalenze che sembrano indispensabili per il bilancio. Anche se poi aumentano i costi, perché per ogni giocatore ceduto a 10 euro che genera una plusvalenza anche totale, risponde un giocatore pagato almeno 10 euro il cui costo poi viene ripartito per tutti gli anni in cui rimane di proprietà (il famoso ammortamento). Sono scelte, in tanti decidono che è meglio o vitale fare così. La Juve fa sempre di più così. Alla luce del sole, sia chiaro: niente di nascosto o misterioso, ogni operazione viene descritta dalla pubblicazione dei bilanci, tutte quelle particolarmente significative vengono annunciate già al momento dei comunicati. Come capitato in questi giorni per lo scambio alla pari con il Marsiglia tra Tongya e Aké, come avvenuto oggi per la maxi operazione Rovella-Portanova-Petrelli con il Genoa.

LA QUESTIONE – Tanti gli affari di questo tipo, spesso (non sempre) la Juve strategicamente acquista un giocatore valutandolo poco o molto più di quello ceduto: la grande plusvalenza ha il prezzo da pagare di un grande costo da smaltire nel tempo. Spesso (non sempre) coinvolgendo giocatori che la Juve vera nemmeno la vedranno o la assaggeranno appena. Poi ci sono valutazioni che fanno strabuzzare gli occhi, anche solo restando al mercato di questi giorni: 2,5 milioni per la coppia Lungoyi-Monzialo sembrano tanti, 8 milioni per Aké e Tongya (in scadenza) sembrano tantissimi, 18 milioni più 20 di bonus per Rovella, 10 più 5 di bonus per Portanova e 8 più 5,3 di bonus per Petrelli sembrano oggettivamente fuori dal mondo e non solo troppi. Anche se poi la verità è che il valore di un giocatore non possa trovare riscontro in parametri concreti che magari un perito saprebbe analizzare.

LA DOMANDAE la domanda, complessa, allora è una. Almeno una. Se è vero che non ci sono soldi, ed è vero, questi cosa sono? I club fanno fatica a pagare gli stipendi, la crisi non perdona. Il mercato ne risente, per acquistare o vendere calciatori bisogna impostare operazioni creative e pagamenti dilazionati, le valutazioni del calcio pre-Covid non sono nemmeno paragonabili anche per quel che riguarda top player e le manovre di top club. Eppure queste operazioni continuano a fioccare come se niente fosse. La Juve per esempio non ha margini per intervenire e rafforzare la rosa a disposizione di Andrea Pirlo, anche a causa degli stipendi di un giocatore fuori progetto come Sami Khedira o di un allenatore esonerato come Maurizio Sarri. Ma può valutare Rovella 18 milioni per cominciare, cifra che potrebbe salire anche a 38 milioni, realizzando allo stesso tempo una plusvalenza clamorosa con Petrelli e Portanova. La strategia è chiara, solo a gennaio e solo per ora (alle ultime curve un altro affare con l'Atalanta, in arrivo Capone e in uscita Vogliacco e Beruatto) sono quasi 28 i milioni di plusvalenza registrati in attesa che possano scattare i famosi bonus. Quindi, in conclusione, se è vero ed è vero che non ci sono soldi, questi cosa sono?