LA JUVE REALE - Allegri avrà pensato tutto il tempo a questo. A quant'è diverso, tutto il contesto, se il mancino di Di Maria è a disposizione del gioco della Juventus. In una partita altrimenti chiusa e probabilmente sterile di idee, il Fideo ha allargato gli orizzonti e ha dato un'occasione praticamente a ogni compagno. Ha allungato gli inserimenti di Rabiot, ha lanciato Dusan in costante profondità, ha dialogato con McKennie e ha persino aizzato Cuadrado, finora restio a cambiare passo, quasi a saltare l'uomo. Ecco: avere il miglior Juan sarebbe altro passo in avanti verso quella squadra finora immaginata e mai avuta realmente a disposizione. Ma la sensazione è che, cresciuto il contesto, il colombiano possa semplicemente adattarsi a standard più elevati. E vincere aiuta a lavorare bene, oltre che a continuare a vincere.
SCHERMO E PARTENZA - Una crescita generale, a prescindere dalle difficoltà nel finale, si è percepita. E' stata a tratti palese. Diversamente dal match con il Bologna, la squadra ha avuto anche la gestione dell'imprevisto: prima si è fatta travolgere dalle onde verdi del Maccabi, poi ha sfumato le difficoltà e ha trovato forza per fare la terza rete, episodica e comunque determinante. Schermo e partenza diventano il mantra della Juve, quasi una filosofia: la preoccupazione, se ben difesa, può diventare nuova linfa.