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“Per l’economia di questa squadra lui rappresenta il valore aggiunto”. Con questa frase, chiara e semplice, Massimiliano Allegri ha voluto definire quella che sarà la nuova funzione di Cristiano Ronaldo all’interno del collettivo bianconero. La perifrasi “valore aggiunto” possiede un significato molto preciso ovvero quel ”di più” che tornerà certamente utile ma che non sarà indispensabile.

E’ la prima volta in assoluto, nell’arco dell’intera sua carriera, che al campione portoghese tocca dover ascoltare e sopportare una simile espressione, non di sfiducia ma di ridimensionamento, nei suoi confronti. Lui che, fino a poco tempo fa, era giudicato l’extraterrestre del calcio internazionale e che poteva permettersi il lusso di condizionare tatticamente il resto della squadra a sua disposizione.

Non si tratta assolutamente dell’eclisse di un fuoriclasse indiscutibile, ma di un avviso assai preciso per renderlo consapevole che le cose, in casa Juventus, per lui andranno in modo differente dalle ultime stagioni. Ronaldo, se è una persona intelligente, dovrà farsene una ragione e capire che nella sua nuova veste di “uno tra tutti” potrebbe vivere e far vivere alla squadra bianconera l’annata più bella e più prolifica.

In caso contrario la sua avventura italiana si concluderebbe con un epilogo da parabola letteraria e teatrale sulla falsariga della ”piéce” scritta a suo tempo da Ennio Flajano dal titolo “Un marziano a Roma”. La trama, in sintesi, è questa. Un giorno, a Villa Borghese, atterra un astronave dalla quale esce un alieno. La città impazzisce, i media si scatenano, la gente chiede al nuovo arrivato miracoli di ogni natura che lui ovviamente non era in grado di fare. Dopo un mese il fascino della novità era svanito e il marziano girava per strada tra l’indifferenza generale, salvo qualche ragazzino che gli urlava: ‘A marzià, almeno facce ride”.