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Dove si era fermata la Juventus? Domani riparte dalla Coppa Italia, con il secondo atto della sfida contro il Milan, ma idealmente riparte da quell’8 marzo, quando schiacciò l’Inter per 2-0 con una prestazione convincente, punto di svolta dopo diversi blackout (Napoli, Verona e Lione) che aveva gettato più di una critica sull’operato di Sarri. Come riporta Tuttosport, la Juventus torna in campo con molte certezze, ma anche con qualche spina, anche se da una parte è paradossale parlare di problemi di una squadra prima in campionato, agli ottavi di Champions League e in procinto di giocarsi la semifinale di Coppa Italia

I TRE FACTS CONTRO L’INTER – La vittoria del derby d’Italia ha aperto un nuovo capitolo della stagione della Juventus, poi purtroppo fermato dal coronavirus, ma da domani si riprende a scrivere. Tre i fattori chiave di quell’8 marzo. Il primo, e forse più importante agli occhi di scettici e critici del sarrismo, la circolazione della palla, che Sarri vedeva andare a 200 all’ora solo in allenamento. Contro l’Inter si è vista la manifestazione del suo credo calcistico, accompagnata dall’ascesa di Dybala e Ramsey. La Joya si è definitivamente consacrata, punto fermo della Juve del presente e del futuro, mentre il gallese ha ritrovato quegli inserimenti che, fino a quel momento, tra un acciacco e l’altro, aveva tenuto nascosti.

ALTRI PUNTI DI FORZA – Sistemato il gioco, e non è poco, la Juve è composta non solo da Dybala e Ramsey, anzi. In difesa si rivedrà Giorgio Chiellini, che sta svolgendo un programma personalizzato per tornare a pieno regime nel minor tempo possibile. Nel frattempo è salito in cattedra Matthijs de Ligt, investito del ruolo di titolare dopo l’infortunio del capitano. Inizialmente ha pagato dazio, l’Italia ha una cultura calcistica diversa rispetto all’Olanda, ma in breve tempo si è ambientato, facendo capire al mondo perché la scorsa estate era ambito da tutti. A centrocampo torneranno le geometrie, gli inserimenti e la leadership di Khedira, ai box da tempo per problemi al ginocchio sinistro che hanno portato all’operazione. E poi c’è lui, l’uomo dei momenti decisivi, Cristiano Ronaldo. La pandemia lo aveva fermato quando era entrato in forma super, 19 gol in 17 partite, ma niente paura, il fenomeno portoghese si è allenato duramente in quarantena e al rientro alla Continassa, per riprendersi in fretta lo scettro del più forte.

ATTENZIONE AI BLACKOUT – Si è detto sopra, parlare di problemi per una squadra del genere può risultare contraddittorio, ma per raggiungere la perfezione è necessario lavorare anche sui pochi che ci sono. Innanzitutto, domani e nelle prossime partite avremo la dimostrazione di quanto la vittoria contro l’Inter sia stata realmente un nuovo inizio, perché in più di un’occasione la Juve ha fatto fatica ha recepire i dettami di Sarri. Entrando nel dettaglio tecnico, il volume di gioco espresso non ha ricevuto giustizia dai gol segnati, troppo pochi in certe occasioni. A questo si accompagnano i cali di tensione, passabili se in netto vantaggio, ma fatali in caso di risultato stretto, come successe a Verona (colpo di tacco di Bentancur) oppure la serie di errori contro il Sassuolo (2-2 allo Stadium). Per concludere, i troppi gol subiti: 24 reti in 26 giornate, che valgono comunque la seconda miglior difesa in campionato con l’Inter alle spalle della Lazio. Ma c’era da metterlo in conto passando da Allegri a Sarri, che impostano la fase difensiva in maniera differente.