Il principale indizio che ha fatto parlare bene, anche a scatola chiusa, delle possibilità dei nerazzurri, è senz'altro Antonio Conte. Il tecnico leccese, al di là della fama da generalissimo, ha sempre fatto vedere ottime partenze di campionato, così, se dobbiamo guardare a queste ultime dodici giornate come ad un nuovo inizio, ecco che le quotazioni dei nerazzurri hanno cominciato a salire. Complice anche la prima partita di Coppa Italia, giocata meglio del Napoli a prescindere poi dal risultato finale, ma per quella di ieri sera, che ha rimesso i nerazzurri a meno sei dalla Juventus in classifica. "Vogliamo giocarci le nostre carte" ha detto Conte nel post-partita, parole a cui ha fatto eco anche Christian Eriksen, in un italiano molto basico: "Scudetto? Inter? Sì". Da Milano, sembrano alquanto convinti: la Juventus non fa più paura.
Così, ora bisogna provare a ribaltare la prospettiva. Infatti, la Juventus che è in testa dovrebbe cominciare a pensare anche all'Inter, oltre alla Lazio, per la corsa al titolo? La domanda, se retorica, meriterebbe l'altrettanto retorica risposta del "si pensa solo a se stessi". Eppure, sentendo Conte e l'ambiente Inter così agguerrito, di contro ad una Juve intimidita dalle prestazioni negative in Coppa Italia, verrebbe da pensare che un minimo di preoccupazioni possano sorgere. Di certo Antonio si è tolto la maschera: a inizio stagione si nascondeva, ora mette pressione: "Per la Juve è più difficile, le avversarie sono più agguerrite degli anni scorsi", ha aggiunto. Crede allo scudetto e lo dice apertamente. Non era mai successo è non è un caso che lo dica ora, con la Juve che si lecca le ferite ed ha davanti incognite legate a condizione, calendario e la sensazione ancor più marcata di aver tutto da perdere. Corsa a tre o a due, per chi sta davanti, spesso cambia poco. Oggi però, i bianconeri hanno un test importantissimo, contro il Bologna. Un test in cui Maurizio Sarri avrà il compito di motivare una squadra apparsa spenta. Una squadra che, riprendendo ancora le parole di Conte, dovrebbe comunque "ammazzare" l'avversario, senza fare calcoli. Perché altrimenti verrebbe da porsi la domanda opposta: se l'Inter non teme la Juve, la Juve teme l'Inter (e la Lazio)?