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La Juve dà la sensazione di essere sull’orlo di una crisi di nervi. Lo testimoniano gli ultimi episodi, davvero poco edificanti: gli insulti di Agnelli a Conte, un atteggiamento da ultrà e non da presidente; le urla di Nedved e soprattutto Paratici contro il quarto uomo Calvarese a Napoli (episodio che abbiamo raccontato il giorno successivo la gara e che quasi tutti i giornali hanno ignorato o trattato in modo marginale, chissà perché). Sono segnali di scarsa tranquillità, oltre che di assenza di autocontrollo e anche di maleducazione. Ma come mai il club bianconero è arrivato a questo punto?

La Juve ostenta sicurezza e compattezza, ma le mancano l’una e l’altra. Non può essere sicura, perché lo scenario che si sta disegnando davanti ai bianconeri ha contorni inquietanti. Non solo rischiano seriamente di perdere lo scudetto dopo averne vinti nove consecutivi, ma nemmeno la partecipazione alla prossima Champions in questo momento è garantita. Un pericolo gravissimo: pensate a quali effetti devastanti potrebbe avere per una società con quel monte ingaggi l’esclusione dalla coppa più ricca. E anche tutto quello che si porterebbe dietro, dalla posizione di Ronaldo in giù.

Noi rimaniamo convinti che la Juve non solo andrà in Champions, ma possa anche rientrare in corsa per lo scudetto. Una cosa sono però le nostre idee, un’altra la realtà, e quest’ultima racconta una situazione di incertezza senza precedenti.

Quanto alla compattezza, all’interno della Juve ci sono situazioni non chiare. Sono legate ai contrasti tra Agnelli e Paratici per certe scelte fondamentali (a spingere per Sarri sono stati Fabio e Nedved, ad esempio, mentre Pirlo è stato voluto dal presidente in assoluta e totale autonomia). E si proiettano anche sulla conferma dello stesso Paratici nella società del futuro. Un bel caos, insomma, che forse solo una grande Champions potrebbe riaggiustare. Si comincia con il Porto, i veri test arriveranno più avanti.

@steagresti