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Nicolò Fagioli (Juventus), Alessio Riccardi (Roma, ora in prestito a Pescara), Vincenzo Millico (Torino). Talenti offensivi che, se dovessero mantenere le promesse, potranno innervare la nouvelle vague del calcio italiano in via di risalita. Il primo della lista, l'elemento di casa Juve in questa "triade", domenica pomeriggio ha segnato il primo gol tra i professionisti: mentre la prima squadra di Pirlo a Cesena festeggiava il gol finalmente regolare di Morata contro lo Spezia, l'Under 23 di mister Zauli (e Mirko Conte) al Moccagatta acciuffava il pari contro il Lecco grazie a un inserimento e conclusione con perfetta scelta di tempo di Fagioli.

DA DOVE VIENE? - Nato a (e nel) Piacenza, cresciuto nella Cremonese, dal 2015 Fagioli è un tesserato della Juventus. Da allora ha fatto la scalata Giovanissimi-Allievi-Primavera mettendosi in evidenza come geniale fantasista con la concretezza del goleador. Ormai da due anni si alterna tra Primavera e Under 23, con tanto di convocazione in prima da parte del suo estimatore Allegri. Più va avanti con l'età e con le formazioni giovanili della Juve e dell'Italia, più arretra il suo raggio d'azione, studiando da regista. Ma come dimostrato nella gara dell'altroieri, non ha certo intenzione di perdere lo smalto negli ultimi venti metri. La prima rete in Serie C, realizzata dopo appena 19 minuti del suo debutto stagionale (un infortunio muscolare lo teneva ai box da settembre) potrebbe rappresentare un simbolico spartiacque: basta vivaio, ora è tempo di inserirsi tra i prof e guardare sempre più in alto. Per capire meglio quanto in alto, abbiamo contattato telefonicamente il suo procuratore Andrea D'Amico.

D'Amico, cosa ha provato quando ha visto il gol del suo assistito contro il Lecco?

"Sono stato molto contento: se lo merita, è stato un anno particolarmente tribolato per tutti. I ragazzi subiscono a livello psicologico e fisico questa situazione che riguarda tutto il mondo. Per me è una bella prima soddisfazione perché sappiamo che lui ha qualità, temperamento e testa per arrivare lontanissimo. Certo, per lui in particolare è stato un difficile inizio stagione per via dell'infortunio, ma quando ci sono impegno e classe da una parte, e dall'altra una società che lo segue così bene come la Juve, è più facile riemergere".

Fra poco più di tre mesi Nicolò compirà 20 anni, forse è ora di compiere anche il primo salto di qualità. Che intenzioni ha il club bianconero su di lui?

"L'età è sempre molto relativa, tutto dipende da diversi fattori come la maturazione psicofisica, tecnica, e dall'opportunità che ti può aprire l'organico di un grande club. La Juventus vuole tenerselo vicino, seguirne la crescita e poi Paratici, Cherubini, Nedved e l'allenatore sapranno quale sarà il momento giusto... Le parole di Allegri sul ragazzo erano premonitrici di un piccolo grande fiorellino, speriamo si arrivi ai frutti".

Non c'è grande giocatore senza un grande retroscena di mercato: la Juve è sempre stata ferrea nel volerlo tenere con sé o ha avuto la tentazione di cederlo?

"La Juve non ha mai avuto dubbi, non ha mai pensato neanche per un secondo di farlo partire, neppure in prestito. L'ha comunicato chiaramente a noi e alla sua famiglia".

Ma qualche società si era interessata? 

"Non è mai stato sul mercato".

Ci può dire qualcosa in più sul ragazzo, dal punto di vista sia tecnico che personale?

"È molto pacato, educato, riflessivo e sensibile. Ha alle spalle una bella famiglia, attenta e presente ma mai invadente. È nelle condizioni giuste per lavorare, impegnarsi serenamente e studiare. La duttilità tattica è sempre importante, più avanti gli allenatori che troverà sapranno definire il suo ruolo a seconda delle esigenze. Prendiamo l'esempio di Pirlo: rispetto a come giocava nel Brescia e nell'Inter, ha saputo poi con Ancelotti al Milan trovare un'altra collocazione. Prematuro parlare di questo, ma lo vedo molto bene sia in cabina di regia che vicino alla porta".

Lei è stato l'agente di un altro fulgido talento delle giovanili juventine: Sebastian Giovinco, che poi ha avuto una carriera soddisfacente ma non è riuscito a imporsi a livelli altissimi. Volendo 'usarlo' come metro di paragone, che prospettive di lungo termine vede per Fagioli?

"Non amo paragonare giocatori, sono situazioni completamente diverse. Parliamo di Fagioli e vediamo quale sarà la sua evoluzione. Il calcio ormai è così dinamico che tanti campioni cambiano posizione anche all'interno della stessa partita. Vedi anche Messi che oggi parte da più lontano".