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A volte ritornano. Anche se solo di passaggio e da avversari. Per Juan Cuadrado, Udine non sarà mai un posto come gli altri. Impossibile non lasciare un pizzico di spazio ai ricordi, ripensando agli inizi. Ora tutto è cambiato: il ragazzino semisconosciuto approdato dall'Independiente Medellin ha lasciato spazio a un esterno tra i migliori in Europa, titolare nella miglior squadra d'Italia e che ora corre verso il Triplete, sebbene in Corso Galileo Ferraris quella parole sia bandita.

Certe cose, però, non cambiano mai. È cambiato il contesto, è cambiato il mondo, ma Juan è sempre lo stesso. Sempre velocissimo, inarrestabile, inesauribile, una scheggia impazzita con poca lucidità in zona gol. Che sembra un paradosso, considerando le reti fondamentali messe a segno per la Signora: derby dell'anno scorso, Lione e Inter. Le ultime due anche di pregevolissima fattura. E, tornando alla scheggia impazzita, ora è un po' più ordinata. Indispensabile, se vuoi ritagliarti spazio nella Juventus.

Lo spazio, Juan, se l'è ritagliato eccome. In questo 4-2-3-1 si trova a meraviglia: sembra disegnato per lui. E ciò costituisce una piccola rinascita, dopo che, con il 4-3-1-2, aveva faticato a trovare spazio con continuità ed esprimersi al meglio. D'altronde, anche nell'arco della sua carriera spesso si è avuta la sensazione potesse essere di troppo, ma lui non ha mai mollato, inseguendo i suoi sogni (come quello di tornare alla Juve, mai nascosto e coronato) e ritrovando sempre il modo di rinascere. E trascinare la Vecchia Signora. Anche contro il suo passato, dove tutto ha avuto inizio.

@Edosiddi