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Di certo non uno di quei tramonti che irrorano l’ambiente di rosso fuoco, che rapiscono gli occhi e fanno viaggiare la mente. Piuttosto malinconia e tristezza, questi i sentimenti che accompagnano Cristiano Ronaldo verso un finale di carriera in controtendenza rispetto a quanto ha regalato prima al gioco del calcio e a tutti gli appassionati. Sentimenti che si amplificano se visti nella prospettiva del testa a testa con Lionel Messi, ieri assoluto protagonista della vittoria dell’Argentina con l’Olanda.
 
Un finale di carriera dove è emerso sempre di più l’ego, l’io sopra la squadra, il club, la nazionale. Lo sappiamo bene in casa Juve, quando negli ultimi giorni del mercato estivo del 2021 Cristiano Ronaldo mise in piedi una fuga consumata in poche ore, dai saluti alla Continassa al jet privato che lo aspettava a Caselle. Un saluto rapido e sgrammaticato ai tifosi, addio e tante care cose. Da quel momento la carriera di CR7 è precipitata, ha toccato il fondo, prima con il finale triste con il Manchester United e poi con le panchine con il Portogallo al Mondiale e l’esclusione dalla competizione dopo la sconfitta con il Marocco.
 
E pensare che, dopo la risoluzione del contratto con il Manchester United, c’erano tifosi della Juventus che lo avrebbero riaccolto a Torino. No, grazie: non è quello di cui c’è bisogno. Mentre si avvia mestamente verso il tramonto, mentre consuma le proprie lacrime nel tunnel dello stadio qatariota, Madama ha bisogno di ripartire dai famigerati “11 piemontesi tosti”.