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Secondo un’infografica lanciata da Dazn al termine di Torino-Juventus, la squadra di Sarri sarebbe già la “Regina delle palle inattive in Serie A”, e guarderebbe dall’alto delle 6 reti realizzate su sviluppi da corner e punizioni Fiorentina, Inter e Napoli ferme a 5. Si era subito alzato un tale polverone a proposito della difesa a zona del Comandante, che ci eravamo tutti dimenticati di “Mister 33 schemi”. Ebbene sì, anche se il dato è un po’ gonfiato (su 6 gol, soltanto 3 discendono da una situazione di palla inattiva sfruttata come tale, mentre gli altri provengono da sviluppi poco rilevanti), questo dato, dicevo, pone comunque l’accento su un’arma risultata molto efficace nelle ultime giornate di campionato. Un’arma che, invece, non ha ancora colpito in Champions (dei 9 gol segnati finora non ce n’è uno scaturito da una palla ferma, punizione di Ronaldo a parte). 

Così, nel frattempo, abbiamo provato ad analizzare i movimenti su palla inattiva a favore che finora hanno fruttato. Mi riferisco in particolare alle partite col Brescia, col Genoa e l’ultima in campionato, il derby di Torino.  
 
CONTRO LA MARCATURA ‘A UOMO’: BRESCIA – In questa casistica in realtà ancora poco farcita di esempi, abbiamo tuttavia la fortuna di vedere in azione la Juve sia contro una difesa ‘a uomo’, che contro una difesa ‘a zona’. Al primo caso bisogna far risalire senza dubbio il gol del momentaneo pareggio col Brescia. Un’autorete peraltro. Descriviamo insieme l’immagine sottostante: angolo dalla destra, chi batte? Un mancino (Dybala). Traiettoria probabile: a rientrare. In area salgono a colpire i due centrali (Bonucci e De Ligt) più altri tre giocatori, non proprio degli specialisti (Higuain, Khedira e Ramsey). Nelle descrizioni inoltre non bisogna mai tralasciare ciò che manca: a Brescia CR7 non giocava. Partita dunque che fa storia a sé. Come marcano le rondinelle?



Abbiamo detto ‘a uomo’, ma va aggiunto Tonali sul ‘corto’ e un altro giocatore (Sabelli) in traiettoria, pronto a raddoppiare l’eventuale scambio tra Dybala e Pjanic. Che non si darà. Le marcature in area non appaiono asfissianti. Solo Khedira e Higuain sono tenuti da vicino sulle prime. Ma sono i meno pericolosi. Poi va notato subito lo spazio tra la porta e difensori. Sarà importante, da utilizzare. Lo schema infatti ruota attorno al blocco passivo del Pipita (cerchiato sopra in giallo). Prima De Ligt poi Bonucci gli passano dietro la schiena: sembra un normalissimo blocco per consentire ai centrali di effettuare un attacco pesante sul palo lontano.  Ma De Ligt e Bonucci curvano stretto, e uno dopo l’altro, uno sulla scia dell’altro, si incanalano in un corridoio orizzontale parallelo alla linea di porta. Seguite in particolare De Ligt, autore di un vero e proprio intreccio col taglio semplice di Ramsey sul primo palo. Stavolta il blocco non è statico come quello di Higuain, ma si dà in movimento.  



Cistana, il marcatore di De Ligt, è ostacolato infatti dal taglio di Ramsey, seguìto da Bisoli. Sicché l’olandese guadagna metri e libertà, e sbuca ad attaccare a sorpresa il primo palo mentre Tonali sul corto non se ne avvede.  



Si crea così una batteria micidiale sul primo palo, costituita da De Ligt, Ramsey e Bonucci. Uno dietro l’altro ma con un ordine emergente diverso da quello che si poteva prevedere dal posizionamento iniziale degli stessi giocatori. La palla ovviamente viene calciata proprio lì, sopra la testa di Tonali, con la precisione eccellente del mancino a giro di Dybala. Il gol di confusione che segue è in realtà un prodotto intellettuale, un frutto della mente di Sarri.  



CONTRO LA ZONA: GENOA E TORINO – Contro il Genoa e il Torino invece, la Juve ha fatto gol ai suoi spettri. Ovvero ha segnato in entrambi i casi contro una difesa ‘a zona’. Prendiamo la rete di Bonucci alla decima giornata. Il corner stavolta viene calciato dalla sinistra. Sul pallone, per confondere gli avversari riguardo alla traiettoria possibile, ci sono un destro e un mancino, Bentancur e Dybala. Opzione ‘a rientrare’ e opzione ‘a uscire’. Cuadrado è in agguato per l’eventuale respinta. Nell’area piccola il Genoa costruisce il proprio castello. Agudelo su CR7 non è una vera marcatura, il piccoletto deve soltanto ostacolare la rincorsa dell’alieno. La Juve riporta in area i due centrali (Rugani e Bonucci), una mezzala (Khedira) e un terzino (Alex Sandro). Stavolta c’è Ronaldo però.  



Avrete senz’altro notato il movimento strano di Bonucci, che ripropone la traccia orizzontale vista sopra contro il Brescia (ma qui senza blocchi ovviamente e più schiacciata verso la porta) ad anticipare o per lo meno disturbare l’uscita del portiere. Gli fanno spazio i movimenti di Alex Sandro prima e Khedira poi, le classiche esche sul primo palo. Nel frattempo CR7, che si è sbarazzato di Agudelo, attacca il centro della porta, dietro Bonucci, mentre Rugani va timidamente sul secondo palo, dove poco prima era scattato via il suo compagno di reparto.    



L’importante è prendere la rincorsa per saltare più in alto di giocatori fermi (quelli disposti a zona). Sì, ma importa anche che rincorse differenti siano combinate e intrecciate, quelle perpendicolari alla linea di porta ad esempio con le altre ad essa parallele. È sempre un gioco di spazi e di tempi. Guardate qui Bonucci come sbuca e svetta.



Veniamo infine al gol che ha regalato il derby di Torino alla Juventus. Anche la squadra di Mazzarri era disposta ‘a zona’. I granata tuttavia erano ancora più assiepati, tutti lì a protezione della porta di Sirigu. Nessuno a disturbare le rincorse, tutti attenti e rivolti al pallone. Dybala in campo non c’era più, ecco perché dalla bandierina parte a calciare il solo Bentancur. I soliti cinque giocatori a saltare per i bianconeri, numero che è una costante di queste tre partite analizzate. Così come è costante la compresenza dei centrali (di nuovo De Ligt e Bonucci). Altra ricorrenza è ovviamente CR7 ai posti di blocco fuori dall’area piccola, Ramsey sul primo palo e Higuain sul secondo, piuttosto passivo.  Il taglio orizzontale di Bonucci, ci mancherebbe..  



ALL’OMBRA DI CR7: LA SPONDA DEL PIPITA – Le ultime cosette da dire riguardano CR7 e il Pipita. Mentre De Ligt e Bonucci attaccano prevalentemente uno spazio, e quello deve essere, Ronaldo gode di massima libertà anche sulle palle inattive. Si vede benissimo qui sotto che interpreta la traiettoria del pallone e poi decide, come faceva l’ àugure romano col volo degli uccelli. La palla è lunga? Lui scatta all’improvviso sul secondo. Lo spazio glielo lasciano Bonucci (col suo taglio) e Higuain, che pare proprio scansarsi di conseguenza, per assecondare la divinatio del fenomeno.     



Palla appena lunga anche per lui. Ma lui c’era, e avrebbe certamente segnato in testa a Izzo e a Sirigu. In questi casi ecco a cosa può servire Higuain, che non attacca quasi mai la porta, ma anche così può tornare sempre utile, lì attorno. Se il castello nemico viene sorvolato dalla sfera, lui può abbassarsi a raccoglierla all’ombra dei giganti. All’ombra di CR7, in questo caso. È riciclaggio allo stato puro. Un servizio nobile, rimettere dentro questo spiovente.  



Specie contro una difesa a zona, la qualità di questo tocco non può essere secondaria. Deve essere preciso e intelligente. Deve pescare l’uomo libero al momento del disordine sopraggiunto. Perché se il ponte levatoio è alzato, da qualche parte c’è sempre un passaggio segreto.