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In principio i soliti 'vaffa', quindi chiari riferimenti alla madre. E poi, poco dulcis in fundo, 'il triplete mettitelo nel c...'. José Mourinho ha accumulato arrabbiatura e stress, figli di una gara che la Juve ha dominato senza 'se' e 'ma'. Che poi però ha perso, scatenando la reazione di chi rialza il capo dopo aver schiacciato il proprio ego - e che ego - per quasi 90 minuti. Non c'era d'aspettarsi nient'altro dal personaggio. Nel bene e nel male, è stato Mourinho.

IL FILM - Si erano bersagliati già nella gara dell'Old Trafford, con gli stessi sfottò e reazioni piccate (ma contenute). Stavolta tra tifosi juventini e i tecnico si è passati oltre. E se il debutto della lotta all'ultimo urlo va sul personale - "Mourinho, vaff******" -, è l'allusione a sua madre a riempire gli occhi del portoghese di rabbia finissima ("Mourinho figlio di p*****na"). Sul finale, prima del tracollo del gruppo di Allegri, la ricarica sulla 'famiglia interista' e il particolarissimo invito sul triplete.

LA REAZIONE - Si è superata probabilmente la più totale provocazione, sfociando in un picco d'intolleranza da ambo le parti dopo minuti di sofferenza e anni di odio sportivo che, in una storia come quella tra Juve e Inter, non può debellarsi dal nulla. Né prevedere gesti d'amore. Fondamentalmente, è il triste gioco delle parti. Triste perché sempre evitabile, tuttavia così radicato che davanti al palmarés di Mourinho sembrano incredibili sia la stizza, sia il gesto. Non fosse provocatore di natura, sarebbe certamente esagerato. Il personaggio non può giustificare, così come non si può pretendere che i tifosi cambino atteggiamento dopo oltre un secolo di storia del calcio. Chi cercava la facile condanna dovrà fare spallucce: è successo tutto quello che succede normalmente durante i 90 minuti. Solo che stavolta qualcuno ha risposto. E quel qualcuno ha un carisma e una storia - e pure un risultato - diversi da tutti gli altri.