LA STAGIONE - L’inizio di stagione di Mulazzi non è stato dei più semplici: 4 presenze nelle prime 12 partite, solo contro la Roma ha giocato per 90 minuti, una comparsata contro l’Atalanta a settembre e 2 presenze da titolare contro Bologna e Inter a febbraio; in mezzo alcuni problemi fisici che ne hanno limitato la crescita. Come già detto, però, la stagione è lunga, particolare e complicata e lo spazio c’è per tutti, bisogna solamente sfruttare le occasioni che arrivano. E questo è quanto fatto dall’esterno torinese, che ha fatto la trafila del settore giovanile nella Juventus e in questi anni ha imparato cosa vuol dire reggere la pressione dell’ambiente e cosa serve per reagire, anche nei momenti più difficili. La sua crescita, in termini di minutaggio e prestazioni, è stata esponenziale: da inizio marzo ad oggi ha giocato 4 partite da titolare, per tutti i 90 minuti, su 6 match totali.
IL PROFILO – Scrollata via di dosso la timidezza data dal salto di categoria, Gabriele Mulazzi ha cominciato a far vedere in campo le proprie qualità. Solitamente, Bonatti lo schiera come esterno basso a destra e se l’esterno alto propende verso l’interno del campo, l’intera corsia diventa la vasca olimpionica dove poter fare avanti e indietro. Non una grande fisicità, ma tanta corsa e propensione al sacrificio. Corsa, sì, ma mai a testa bassa e con il paraocchi. Visione di gioco e buone doti tecniche fanno di Mulazzi l’esterno moderno capace di giocare a tutta fascia e partecipare attivamente – dalla fase difensiva a quella offensiva – al gioco della squadra. Il campionato Primavera è ancora lungo e le opportunità per mettersi ulteriormente in mostra non mancheranno. Nel suo ruolo è presumibile che alcuni dei presenti in rosa faranno il salto in Under 23 il prossimo anno; la prossima, quindi, sarà una stagione importantissima per Mulazzi che dovrà puntare a prendere la titolarità e proseguire su questi binari il proprio percorso di crescita.