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La Procura di Milano ipotizza che il Milan (non indagato) non sia davvero del fondo RedBird di Gerry Cardinale, ma sia ancora sotto l'influenza del fondo Elliott di Paul e Gordon Singer senza averlo dichiarato alla Figc. Per l'ipotesi di ostacolo all'autorità di vigilanza sono indagati l'amministratore delegato Giorgio Furlani e il suo predecessore Ivan Gazidis.  Uno dei principali indizi arriva dalla testimonianza del direttore finanziario e amministrativo del Milan, Aldo Savi. Entrato nel club rossonero nel 2018 come consulente del fondo Blue Skye (ora nemico del club) e poi rimasto come braccio destro del direttore finanziario Stefano Cocirio e del direttore commerciale Roberto Masi. 

Savi,ha fornito un'interpretazione problematica sulla reale proprietà del Milan. Come si legge sul Corriere della Sera in edicola oggi, interpellato dalla Guardia di Finanza sulla bozza per il tour arabo dei dirigenti rossoneri, Savi l'ha definita "strana". Perché a suo avviso prospettava ai potenziali acquirenti non l'eventuale cessione di azioni del Milan detenute da Redbird, ma la cessione di un pezzo del debito di Redbird verso Elliott, senza che in apparenza Elliott fosse interpellato. Inoltre Savi ha riportato agli inquirenti la propria impressione che sulla gestione quotidiana del Milan pesi ancora la "forte influenza" di Elliott attraverso non solo ex uomini Elliott come Scaroni, Furlani e Cocirio, ma anche come il capo dell'area sport Hendrik Almstadt, per Savi "strettissimo collaboratore di Gordon Singer", e la portavoce di Elliott in Italia, Marcella Verini, oggi anche di Redbird.