commenta
Più che fase due è una fase uno e mezzo, ad esser buoni. Premessa: qui si discute di ciò che accade nel mondo del calcio e in particolar modo nel mondo Juve. Da questo punto di vista il DPCM firmato dal Premier Giuseppe Conte lascia più di un interrogativo. Di fatto dal 4 maggio si apre una nuova fase: saranno consentiti allenamenti individuali ma non di squadra. In soldoni: gli atleti, anche i calciatori professionisti come quelli bianconeri, potranno allenarsi, tornare a correre all'aperto, ma non potranno farlo all'interno del loro centro sportivo. Per quello ci sarà tempo dal 18 maggio in poi (forse) quando però mancherà solo una settimana al termine dell'ultimatum dell'Uefa che ha indicato come data ultima per una decisione sulla ripresa dei campionati. Entro il 25 dello stesso mese, infatti, le Leghe europee dovranno indicare date e formule per la fine dei campionato, se previsto. Altrimenti arrivederci al 2020/21. Quando inizierà, ovviamente.

VALENTINO SI CONTINASSA NO - Parlando del caso Juve, la decisione presa del Premier Conte consente, in sostanza, ai calciatori bianconeri (sui quali ci concentriamo, ma il discorso vale per tutti i calciatori professionisti) di andare a correre in uno dei parchi della città di Torino. Prendiamo ad esempio quello del Valentino, centralissimo, dove in tempi normali alcuni giocatori come Aaron Ramsey trascorrevano parte del loro tempo libero con la famiglia. Non potranno però farlo alla Continassa, nonostante il centro sia stato sanificato e nonostante la presenza del J Hotel, adiacente alla struttura di allenamento, che ha al suo interno una stanza riservata ad ogni calciatore. In generale, le società potrebbero organizzarsi per far allenare i calciatori a turni, mantenendo distanze di sicurezza. E chi non ha l'hotel vicino farebbe la doccia a casa, come in Germania. Scomodo ma il minore dei mali. Ora, difficilmente gli uomini di Sarri si precipiteranno in massa fuori per correre in un parco in città. Sulla carta però potrebbero farlo e senza dubbio sarebbe molto più rischioso rispetto all'allenamento al chiuso del proprio centro sportivo.

MAGGIORI RISCHI - Sì, perché ovviamente sarebbero più vulnerabili e con maggiore possibilità di incrociare altre persone. E' già successo, anche in Serie A, e pure di recente, ed è stato il caos. Nei primi giorni di marzo, a Firenze, alcuni tifosi della Fiorentina incrociarono a correre al parco delle Cascine l'attaccante Dusan Vlahovic, poi risultato positivo al coronavirus, fermandolo e facendosi selfie con lui. Giorni dopo emerse la positività al tampone dell'attaccante viola con le autorità che furono costrette a rintracciare ogni persona che aveva incrociato per testarla. Certo, per legge non bisognerebbe avvicinarsi a nessuno (due metri è la distanza di sicurezza per chi praticherà sport) ma siamo sicuri che di fronte all'ipotesi di vedere un Bonucci o un Pjanic correre in centro città qualcuno non cercherebbe di avvicinarli? La risposta è ovviamente no. Per questo la decisione del Governo non solo non cambia niente (di fatto nessuno o quasi uscirà per allenarsi al parco) ma se fosse messa in atto sarebbe addirittura più pericolosa rispetto alla riapertura dei centri di allenamento dove i calciatori possono allenarsi in sicurezza. A Torino, come a Milano, Roma e Napoli. Sul calcio, e non solo, si è deciso di non decidere. Di certo non è la prima volta e ora il tempo stringe.

@lorebetto