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L'uomo giusto per vincere subito, ma quello meno 'progettuale': Conte sarebbe la scelta migliore per la Juve?
"Ho capito che alcune cose a Napoli non si possono fare", è l'affermazione, pesante, che ha fatto scattare inevitabilmente l'allarme in casa azzurra. Quale sarà il futuro di Conte? Con una lotta Scudetto di mezzo è inevitabile pensare che l'allenatore leccese scioglierà qualsiasi tipo di riserva soltanto a stagione conclusa.
Nel frattempo le speculazioni e le indiscrezioni si moltiplicano: una su tutte è quella del possibile ritorno di Antonio Conte alla Juventus, squadra nella quale ha speso la parentesi più importante da calciatore dal 1990 al 2004, e nella quale ha vinto anche da allenatore con tre Scudetti consecutivi conquistati tra il 2011 e il 2014. I bianconeri, dal canto loro, hanno optato per l'esonero di Thiago Motta, affidando a Igor Tudor il compito di guidare Madama in questo scorcio finale di stagione, Mondiale per Club compreso. Il resto, però, è un finale tutto da scrivere.
Tudor ha un contratto fino al prossimo 30 luglio, ma un'eventuale qualificazione alla Champions potrebbe addirittura fruttargli il rinnovo per un'altra stagione. La Juve, però, ha inserito una contro-opzione per risolvere il contratto dell'allenatore croato a prescindere dal risultato finale del campo. In altre parole, il club zebrato vuole tenersi aperta qualsiasi strada in vista dell'estate. E una di queste potrebbe, condizionale d'obbligo, portare ad Antonio Conte. Ma sarebbe proprio lui la scelta migliore per la panchina della Juventus?
L'uomo giusto per vincere subito
Conte sarebbe l'uomo giusto per vincere subito? La sua storia e la sua carriera spingono verso una risposta affermativa. Alla guida della Juve, Conte ha vinto tre Scudetti in tre anni, al Chelsea ha conquistato la Premier League ereditando una squadra che soltanto un anno prima aveva faticato ad entrare nelle prime 10. All'Inter, in due anni, ha centrato uno Scudetto e una finale di Europa League. Al Tottenham ha ereditato una squadra nona in classifica e l'ha portata in Champions, senza dimenticare che in Nazionale, Conte in pochissimo tempo costruì una squadra che, nonostante un tasso tecnico neanche minimamente paragonabile alle nazionali precedenti, disputò un grandissimo Europeo nel 2016 arrendendosi soltanto ai quarti, e ai rigori, contro la Germania, dopo aver battuto le quotatissime Belgio e Spagna. Conte ha sempre avuto in dote una grande qualità, ovvero quella di essere impattante. Da subito. Lo ha dimostrato e lo sta dimostrando anche a Napoli, dove dopo una stagione disastrosa nel corso della quale si sono avvicendati i vari Rudi Garcia, Mazzarri e Calzona, è toccato proprio all'attuale allenatore degli azzurri riportare credibilità e valore a tutto l'ambiente. Immaginare Conte alla guida della Juventus attuale, dunque, induce a pensare positivo, sotto questo punto di vista: con lui al timone anche la Juve sarebbe in grado da subito di battagliare ai vertici del torneo.
Un allenatore poco 'progettuale'
Diverso, invece, è il discorso relativo alla progettualità che si può sviluppare nel momento in cui Antonio Conte si siede in panchina. Basti pensare che i tre anni alla Juventus rappresentano sin qui la sua esperienza più longeva sulla panchina di un club: due anni in Nazionale, due anni al Chelsea, due anni all'Inter, meno di due al Tottenham e ora la prima stagione al Napoli. Il film della sua carriera parla di un'allenatore sì impattante, ma allo stesso tempo fotografa un'altra realtà incontrovertibile della quale non si può non tenere conto: ovunque è andato, Conte ha generato valore e lasciato in eredità materiale e certezze importanti, ma lo ha fatto sempre sbattendo la porta, lasciandosi alle spalle una scia di tensione e malcontento che hanno di fatto macchiato le sue precedenti avventure: con la Juve è arrivata la risoluzione al secondo giorno di ritiro pre-stagionale nella stagione 2014/15, ha lasciato la Nazionale dopo due anni, non senza polemiche, con il Chelsea è finita a carte bollate, mentre con l'Inter ha salutato tutti tre settimane dopo aver conquistato lo Scudetto. Rotture fragorose, come quella risalente ai tempi del Tottenham, al culmine di una conferenza fiume nel corso della quale accusò pesantemente i suoi stessi giocatori. Nel pacchetto Antonio Conte, è compreso anche tutto questo. E sicuramente, per una società come la Juve che vuole costruire un progetto di prospettiva e duraturo nel tempo, è un aspetto da maneggiare con estrema attenzione.
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