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Antonio Conte, a Sky Sport, commenta la vittoria dell'Inter contro il Bologna e lo scudetto più vicino.

GIORNATA LUNGA - "Con Oriali ci lega un rapporto molto forte, quando ero CT abbiamo iniziato a lavorare insieme. Quando ci si avvicina alla fine, ogni vittoria diventa pesante, per noi oggi vincere su un campo come Bologna contro una squadra ti fa giocare non tranquilla, non serena, è stato un grande passo in avanti. Ottima squadra, allenatore molto bravo e non era semplice. Giornata lunghissima per noi, partita alle 12.30. Abbiamo visto prima il Milan, poi il Sassuolo con la Roma. Con la Juve no, eravamo in pre gara. Giocare dopo tutti non era semplice. Complimenti ai ragazzi, perché dopo le nazionali è sempre molto difficile. E sono stati bravi a metterci tutto, l'attenzione e lo spirito giusto. Non era semplice. Ottenuto una grande vittoria, ma da suggellare da un'altra partita per noi importante".

ABBRACCIO SCUDETTO - "Lo scudetto bisogna conquistarlo sul campo. Bisogna essere primi con la matematica. Dieci partite da giocare, per alcune avversarie ce ne sono nove, per Juve e Napoli 10 come noi. Trenta punti da assegnare, sappiamo benissimo che il campionato italiano è difficile, ogni partita bisogna ottenere la vittoria. Man mano che diminuiscono le partite, è inevitabile iniziare a vedere qualcosa. Magari noi lo vediamo vicino, gli altri lo vedono lontano. Starà a noi continuare a fare questo percorso, a meritare il primo posto. Non abbiamo fatto niente". 

SCUDETTO - "Cosa sarebbe? Sono stato chiamato all'Inter per cercare di cambiare la storia degli ultimi anni, l'obiettivo era in tre anni di riuscire a vincere o riuscire a costruire qualcosa che possa essere credibile e dare orgoglio ai tifosi dell'Inter. Inevitabile che alcune cose sono cambiate dall'inizio del percorso. Ma dobbiamo essere concentrati, possiamo incidere solo sul presente, sul lavoro. Poi quello che succede all'esterno ci interessa, perché è giusto che interessi, ma al tempo stesso non possiamo influire su nulla". 

CRESCITA - "Merito mio? No, dei calciatori. Prendo l'esempio di Ranocchia, che si è sempre fatto trovare pronto. Merito dell'impegno e dello staff che fa lavorare tutti. Facciamo allenare tutti come se dovessero giocare. Poi sono supportati da buona condizione fisica. Permette a giocatori così di giocare e a loro do fiducia. De Vrij era due giorni che si allenava con noi. Non avessi avuto fiducia in Andrea, avrei fatto giocare De Vrij. Si è creato qualcosa di bello tra me, lo staff, i calciatori. Sanno che io sono una persona coerente, che non guarda il più piccolo o il più grande, o il nome. C'è sempre una scelta dovuta a fare il meglio per l'Inter. Si è creata questa simbiosi, sarebbe bello in un'annata così coronare qualcosa di importante e regalare una soddisfazione ai tifosi".