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Lascio volentieri ai miei bravi e giovani ragazzi il compito di riferire sulle suggestioni tecniche e tattiche che hanno caratterizzato il netto successo della Juventus chiamata a battezzare il nuovo campionato. Da parte mia preferisco soffermarmi su quelle che sono state le emozioni offerte dai giocatori di Allegri a firma di un risultato netto e limpido ottenuto a spese di un Cagliari tutt’altro che banale o remissivo.

Ebbene, per questa chiave di lettura che va oltre le prestazioni dei singoli lo spunto è dato da due “entità” ben precise. La prima identificabile in Gianluigi Buffon, il capitano. La seconda è priva di un’identità specifica, soltanto perché si dovrebbe elencare con nome e cognome ciascuno degli spettatori presenti nello “Stadium Allianz” in un sabato sera di metà agosto, quando sarebbe lecito attendersi numerose defezioni per ferie e vacanze assortite.

Al contrario, “casa Juventus” era completamente sold out grazie alla partecipazione di un popolo  che paradossalmente meriterebbe di venir pagato anziché dover sborsare i non pochi quattrini visto il suo impegno per tutti i novanta minuti a fare in modo che il cuore dei suoi beniamini continui a pulsare come quello del leone affamato nella savana. La gente della Torino e dintorni bianconera. Quella che un tempo veniva accusata di freddezza e di snobbismo. Quella che, ora, ricorda molto da vicino la famosa “torcida” granata del vecchio Filadelfia quando il Toro era il Grande Toro. Venne generata anche da quel tifo la Leggenda torinista. Oggi la Juventus, anche per merito del suo pubblico, è anche lei Leggenda. E così potrà continuare ad esserlo come negli ultimi sei anni.

Un pubblico così non può far altro che trovare, come rappresentazione in campo, un uomo oramai eroe conclamato come Gigi Buffon. Il rigore parato in un momento che avrebbe potuto diventare nevralgico fa parte del suo bagaglio professionale. Chapeau, naturalmente, ma è il resto che conta e che pesa di più. La valenza dell’uomo e dello sportivo la quale supera le qualità del portiere. La sua presenza si fa sentire anche quando il pallone viaggia nella zona opposta a quella dove si trova lui. I compagni, non solo quelli della difesa, lo percepiscono. Il popolo bianconero, sugli spalti, non può limitarsi a guardarlo soltanto quando para.

Insomma, con un Buffon e con un pubblico così sarà ben difficile e complicato per la concorrenza tentare di strappare lo scudetto tricolore dalle maglie bianconere.