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L'ex presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli parla a Radio Sportiva di come, quando (e se) sarà possibile riprendere il campionato di Serie A. Ma non solo. "Se possibile e sottolineo dieci volte se possibile, dico che questo campionato debba essere portato a termine. Tutto dipende da una variabile che non siamo in grado in questo momento di determinare che è il coronavirus. Se le cose si mettessero meglio dalla fine di maggio penso che il campionato debba essere portato a termine con tutte le difficoltà che ci possano essere, allenamenti, giocatori che ci sono e non ci sono....Poi credo che si debba agganciare la fine di questo campionato a quello successivo e trovare correlazione tra le squadre che si qualificano per le coppe europee. Poi dipende da come va avanti la pandemia e non è prevedibile".

COME CAMBIA IL CALCIO - "Sono convinto di si, sarà diversa anche la vita dei cittadini non solo italiani credo che questa pandemia abbia portato tutta una serie di problematiche incredibili, qualcosa avrà insegnato alle persone di buon senso e ce ne sono tante. Anche il calcio dovrà subire un ridimensionamento. Il calcio era stato portato a ragionare di cifre fuori dalla realtà oggettiva, è stata portata avanti da Spagna e Inghilterra e poi

MERCATO - "Quando leggo di Pogba che costa 250 milioni, pacchetto intero, e sento dire che è inaccettabile non posso che concordare.Ci sarà il problema di giocatori comprati ad un certo livello e dovranno essere ceduti tenendo conto del valore di carico. Si dovrebbe arrivare ad un ridimensionamento e ad una moralizzazione di questo fatto (il mercato ndr) che era esploso verso l'alto, rimanendo che il calcio è uno degli sport più attrattivi del mondo ed ha un grande traino".

TAGLIO STIPENDI - "Credo sia inevitabile e mi fa piacere che un uomo intelligente, maturo e che io stimo come Chiellini si sia fatto partecipe di questo discorso. La popolazione Italia dovrà contribuire alla ripresa del paese e sarebbe opportuno se i calciatori accettassero. Se gli stipendi venissero ridimensionati si dovrà tenere conto di una proporzionalità".

DIRITTI TV - "Ad ora sono l'unica voce di entrata per i club. Quando ero presidente della Juve ho vissuto il tema ahimé con la Ministra Melandri , allora Ministro dello Sport. Lo dico con grande simpatia per lei, non capiva assolutamente nulla, per fortuna aveva un sottosegretario di grande livello. Ci trovammo a negoziare i diritti centralizzati. Era inevitabile, si crearono dei criteri di reparto che inevitabilmente penalizzavano società come la Juventus che incassavano di più. Le squadre di minor livello hanno avuto un raddoppio di ciò che portavano a casa con la precedente situazione. Bisognerà lavorare anche su questo tenendo conto che chi tira la baracca dell'audience sono quelle con più tifosi. Non so se la Juve ha 12 o 14 milioni di tifosi ma ha una capacità di traino particolarmente rilevante. Credo che questi meriti che nascono dalla storicità dei successi della squadra debbano essere tenuti di conto".