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“Dopo sette mesi di lavoro è come se la Juventus non avesse un allenatore. E’ come se si allenasse da sé. I giocatori cercano di seguire indicazioni vaghe, confuse, non assimilate". E' l'incipit di Repubblica, che analizza i problemi della Juventus dopo il ko di Lione. Maurizio Sarri ha ammesso pubblicamente ieri sera di non essere ancora riuscito a far passare i suoi concetti a questa squadra dichiarando la propria impotenza in diretta. Il maestro non riesce ad insegnare ai suoi alunni. Parole sincere, senza dubbio, ma che evidenziano ancora una volta i problemi comunicativi del tecnico, riscontrati spesso in carriera, e ritrovati in altri passaggi: "Ogni volta che questo singolare allenatore apre bocca, il mondo bianconero trema. A Lione - continua il quotidiano - è riuscito a dire che in Italia gli arbitri avrebbero fischiato quei rigori su Ronaldo e Dybala. Certamente Sarri voleva spiegare un diverso metro di valutazione. Ma è come se avesse detto che in Italia la Juventus è aiutata dagli arbitri. Non voleva dirlo, ma lo ha detto". Dopo la frase sulle maglie a righe un'altra uscita che non piacerà. E non è finita qui. 

Secondo Repubblica, infatti, c'è un grosso problema da affrontare: "Non pochi, dentro la squadra e in sede, già in autunno avevano capito che Maurizio Sarri non è adatto alla Juventus. Succede, anzi è già successo anche al club più vincente di sempre. Siccome la Juve non esonera, adesso si tratta di arrivare a giugno e poi scegliere l’uomo giusto. Ma se la situazione dovesse precipitare, non è escluso il provvedimento drastico: cioè il ritorno di Massimiliano Allegri, al più presto, per salvare il salvabile”