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Evelina Christillin, delegata Uefa in Fifa e tifosa della Juventus, ha parlato alla Gazzetta: "Ho sentito Allegri parlare di Juventus virtuale, però ricorderei che ha il monte ingaggi più alto della Serie A, e quello è reale. La cosa che mi ha colpito di più l’altra sera contro il Benfica è stato sentir dire che i giocatori avevano delle facce terrorizzate. Presi uno per uno i calciatori sono eccellenti, l’allenatore è bravo, esperto e con un curriculum importante, la società è blasonata, con uno stadio bellissimo e una famiglia che è proprietaria da quasi 100 anni. Insomma, gli ingredienti sono di alta qualità però la torta non viene buona. Forse perché manca qualcosa? Non so darmi altre risposte".

ALLEGRI - "Mi aspettavo incidesse di più? Assolutamente sì. L’anno scorso ha ereditato una squadra non sua e poteva starci una stagione di assestamento, quest’estate però ha contribuito in maniera determinante alla costruzione della rosa ed era logico aspettarsi di vedere di più la sua mano: il club si è impegnato sul mercato già a gennaio, prendendo Vlahovic, e poi ha continuato con Bremer e gli altri. Però non me la sento di dire che è tutta colpa sua, è diventato un parafulmine anche perché ha un modo di comunicare ondivago e contraddittorio che a volte innervosisce. Il tifoso si sente disorientato. Capisco la battuta di Arrivabene, che ha risposto “Lo paghi tu quello che viene?” a chi chiedeva l’esonero di Max, però quando gli hanno fatto quel contratto di 4 anni a 7 milioni di euro più bonus la fiducia a quanto pare era illimitata".

ELKANN - «Diciamo che la riserva di positività si sta assottigliando. In Champions League ci vorrà un miracolo, in campionato la situazione non è drammatica però le prestazioni mi lasciano perplessa: contro la Salernitana va bene l’errore del Var ma la partita era stata giocata male».

MANCA SENSO DI APPARTENENZA - «Più che altro mi stupisce la mancanza di nerbo, mi pare che non ci sia più quell’orgoglio che li spinga ad andare oltre l’individualismo esasperato. Ho visto che alcuni giocatori non sono andati sotto la curva dopo la sconfitta con il Benfica, non è stata una bella immagine, anche se il concetto di attaccamento alla maglia ormai appartiene più a noi tifosi. Quanto agli infortunati, mi pare che ci sia un’oscura maledizione. Dybala, per esempio, lo scorso anno era stato parecchio fuori mentre alla Roma gioca sempre: sono contenta per lui che ha ritrovato se stesso, ma la nostra situazione dell’infermeria mi preoccupa».