commenta
Cenano insieme, la pensano uguale sia su come riformare il calcio sia su come fronteggiare l’emergenza coronavirus, però poi all’esterno è passata la versione che è stato Agnelli a spingere affinché Juventus – Inter venisse rinviata e giocata a porte aperte. In altre parole, Andrea voleva fregare l’amico Zhang, e insieme a lui tutto il resto della Serie A. Perché questo è stato detto e scritto, e questo si era capito. O almeno, hanno cercato di farci capire. Ma la realtà sembra essere un’altra.

Breve ricostruzione dei fatti reali: Andrea Agnelli invita a casa propria, a Torino, Steven Zhang
. Cenano insieme, si confrontano amabilmente su tutti i temi di più stretta attualità, e insieme condividono una linea comune sul fronte covid19, cioè che sia prioritario e doveroso tutelare la salute pubblica. Giusto quindi giocare a porte chiuse il campionato, pur a costo di rimetterci economicamente.

La cena si è svolta di sicuro prima del 1 marzo, giorno in cui si sarebbe dovuto giocare il Derby d’Italia allo Stadium. La baraonda in Lega si è scatenata il 29 febbraio, dopo la decisione di posticipare al 13 maggio la partita. Sui giornali  si è fatto strada un retroscena, subito accreditato di veridicità da larga parte degli addetti ai lavori:  a forzare la mano su istituzioni sportive e governative per il rinvio è stato Andrea Agnelli , più che mai interessato a non rinunciare ad un incasso di circa 5 milioni di euro. Soprattutto in un periodo di recessione economica, col titolo Juve in perdita e un bilancio societario in rosso.

Ovviamente, nessuno era a conoscenza della cena e di cosa si fossero detti , in quella sede, i presidenti di Juventus e Inter. Non lo sapevano i giornalisti, ma , con ogni probabilità, lo sapevano all’Inter, quanto meno gli stretti collaboratori di Zhang, e tra questi Beppe Marotta. Comprensibile il disappunto per una decisione improvvisa della Lega e non condivisa dal club nerazzurro,  lo è di meno un altro aspetto: perché, quando sono iniziate a circolare le voci sulle pressioni esercitate da Agnelli, non è intervenuto l’amico Steven a stoppare questa fuga di notizie false? Perché, alla luce di quanto rivelato da Andrea al Financial Times e non smentito da Zhang, tali vanno considerate. Però nessuno dall’Inter le ha bloccate.

Nessuno ha informato Aurelio De Laurentiis, schieratosi subito al fianco dell’Inter contro Dal Pino e sostenitore della tesi sull’interesse privato di Agnelli, con la stampa locale che gli è andata subito dietro, spingendo mica poco su questa versione, anche riguardo alla successiva gara di Coppa Italia Juve – Milan, poi rinviata. Così come avvenuto pure per l’altra semifinale, Napoli – Inter, con un analogo incasso rimasto a disposizione della società partenopea, dettaglio però immediatamente marginalizzato in quanto poco funzionale alla polemica. I bersagli dovevano restare solo Agnelli e la sua Juve, il resto non conta.

Al posto di tante parole, accuse, cambi di opinione, parolacce, illazioni, sarebbe stata sufficiente una frase: “Io e Andrea Agnelli la pensiamo allo stesso modo, giocare a porte chiuse per il bene della salute pubblica” e ogni polemica sarebbe stata rintuzzata in un attimo. Pensaci, Steven.
 

Scarica la nostra app per essere sempre aggiornati con tutte le ultime notizie

ANDROID -->SCARICA QUI 

iOS -->SCARICA QUI