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Tutta colpa del signor Gabriele Gravina. L’ennesimo putiferio scatenatosi al termine di Milan-Juve di Coppa Italia altro non è se non il prodotto del “liberi tutti” autorizzato proprio dal presidente federale dopo la partita di campionato tra bianconeri e Fiorentina. Ricordate Commisso e il suo violento sfogo nei confronti dell’arbitraggio, infarcito dalle solite illazioni nei confronti della Juventus? In tanti ci saremmo aspettati un deferimento del presidente viola, con automatica apertura di un’indagine nei suoi confronti da parte della procura federale, ma Gravina stoppò tutto. “Non è il momento”, rispose sbrigativamente a chi gli chiese se la FIGC avrebbe preso provvedimenti nei confronti di Commisso, stoppando di fatto anche l’intervento della propria Procura interna (e minando così all’indipendenza della medesima). Non solo: non difese nemmeno l’AIA , suggerendo al  presidente Nicchi  di “mantenere un profilo basso”.

Risultato:  due settimane dopo, la Juve pareggia a San Siro grazie ad un rigore, e si scatena un’altra baraonda. Perché attaccare la Juventus, mettere in dubbio qualsiasi decisione arbitrale che la riguarda, è consentito. Tanto, se lo fai, sei sicuro non ti succeda nulla. Anzi, qualcuno si accoda (ancora Commisso), qualcun’ altro ti applaude (le solite articolesse, finte super-partes)  e tutti possono ricominciare col tormentone “ la Juve ruba”. Col placet della Federazione Giuoco Calcio. Dove probabilmente vige ancora la raccomandazione dell’ex presidente Carraro “per carità di Dio, non si favorisca la Juve!” (cit. 26/11/2004). Voglio essere chiaro: pure stavolta al Meazza, la Juventus è stata protagonista di una prestazione deludente e insufficiente. Il Milan ha giocato meglio e, per quanto prodotto in campo, avrebbe meritato di vincere. La squadra di Sarri ha beneficiato di un episodio, ed è riuscita a pareggiare la gara.

Ammesso tutto questo, e rimarcando pure che il migliore in campo tra i bianconeri è stato Buffon, scendiamo nel dettaglio di tutti gli episodi, e non solo quello finale pro-Juve, come sta facendo invece la maggioranza degli addetti ai lavori.

Cominciando dalla distribuzione dei cartellini, ovvero i 5 gialli più un rosso per i milanisti, contro un ‘unica ammonizione per gli juventini. Il Milan ha commesso 16 falli, la Juve 14. La spropozione è netta, ma a fare la differenza è stata la gravità degli interventi. La squadra di Pioli ha disputato una partita intelligente ma anche molto fisica, col rischio appunto di incorrere in sanzioni. Specialmente coi giocatori già in diffida, che infatti salteranno la gara di ritorno: Castillejo, Theo Hernandez e Ibrahimovic. Solo l’ex Villareal  si è preso il giallo per reazione plateale nei confronti dell’arbitro, gli altri due per falli molto duri sugli avversari . Ibra, con la manata in faccia a De Ligt, ha pure rischiato di finire in anticipo la partita. Lo spagnolo di falli duri ne ha commessi due, ed è stato infatti espulso per somma di ammonizioni.

Ad aver scampato il rosso è stato pure Kessie, protagonista nel 1° tempo di una proditoria gomitata assestata in un occhio a Cuadrado , tra l’altro a palla lontana. Se Valeri fosse stato ancora più severo – ed invece ha lasciato correre su molti altri interventi – avrebbe potuto far giocare il Milan in inferiorità numerica per l’intera ripresa, non solo gli ultimi 26 minuti finali della gara (recupero compreso).

Discorso rigori. A fine partita ci si è concentrati prevalentemente su quello che ha permesso alla Juve di pareggiare la partita, tralasciando gli altri 2 possibili penalty a favore dei bianconeri non fischiati da Valeri e nemmeno attenzionati dal VAR: una spinta da dietro su Ramsey, un’altra gomitata in faccia al povero Cuadrado, ieri usato come punchingball dai milanisti. Entrambi in piena area, e nessuno dei 2 preso in considerazione nei commenti post partita.

Però sul mani , altrettanto netto, di Calabria si è scatenata la bagarre, tirando fuori un episodio di Brescia - Cagliari, quasi analogo ma che analogo non è, sul quale Rizzoli disse che non avrebbe dovuto essere punito con la massima punizione. Giustamente, perché in quell’occasione il braccio del difendente non era largo.

Concludendo: c’erano tre rigori per la Juventus, e n’è stato fischiato uno solo. Ci sarebbero potute stare anche altre 2 espulsioni per i giocatori del Milan, e invece ce n’è stata una sola. Però la Juve ha rubato pure stavolta.

Grazie Gravina.