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Quando a gennaio del 2019 la Juventus riuscì a battere la concorrenza e mettere sotto contratto, a parametro zero, Aaron Ramsey (approdato poi a Torino in quell’estate) fui molto contento. Perché il gallese era stato, fino ad allora, una delle migliori mezzali della Premier League e, insieme a Bale, il trascinatore della propria nazionale agli ultimi mondiali in Russia. Lo giudicai quindi un gran colpo.

Salvo dovermi poi ricredere quando Ramsey iniziò il proprio percorso in bianconero, costellato più da continui infortuni che da buone prestazioni e gol. Dal giorno del suo arrivo (già convalescente per un problema al bicipite femorale) ad oggi, si è fermato 11 volte, con stop variabili tra i 7 e i 20 giorni e recuperi quasi sempre superiori al mese. In 2 stagioni alla Juventus lo ha visto più il personale sanitario del J Medical che gli allenatori alla Continassa.

Ma nonostante la Juventus lo abbia comunque curato e aspettato, continuandolo a inserire in lista Champions pure nella stagione in corso, lui che fa? Va in Nazionale e dichiara che alla Juve è frustrato perché lo gestiscono male. Che se non gioca con continuità, come fa appunto col Galles, è perché “filosofia e metodi di lavoro sono diversi. Qui in Nazionale sanno come tirare fuori il meglio da me e farmi giocare molte partite di fila”.

Sintetizzando: alla Juventus lo allenano male e lo staff medico non ha ancora capito come andrebbe curato. Come se i dottori della Juve non si siano mai consultati con quelli della nazionale gallese dove, incredibile a dirsi, Ramsey nel 2021 ha giocato più che alla Juve: 447 minuti contro i 376 in bianconero. Un malato cronico alla Continassa, sano come un pesce col Galles. C’è davvero qualcosa che non torna.

Soprattutto non va che lui dichiari cose del genere quando raggiunge il ritiro della propria nazionale, considerando che a pagargli lo stipendio è la Juventus anche quando è ai box. Solo in questa stagione, ha incassato 18.867 euro per ciascuno degli appena 106 minuti in cui lo si è visto in campo. Dopo De Ligt, è il giocatore più pagato della rosa , con però un saldo costo-benefici prossimo allo zero. Una situazione frustante anche per il club, costretto a pagargli per contratto uno stipendio da 8 milioni annui (Dybala ne prende 7,3) e a versarne altri 2,8 ogni stagione sui conti correnti dei suoi procuratori, per non averlo mai a disposizione. E poi sentirsi pure accusare di non essere in grado di gestirlo.

Dopo dichiarazioni del genere, mi aspetterei che la Juventus adottasse nei suoi confronti il metodo-Khedira: accesso consentito alla Continassa per gli allenamenti ma nessuna presenza in squadra. Fin quando non si trova un club disposto a prenderlo. Perché la situazione sta diventando imbarazzante, oltre che sgradevole.

Ma il club non lo farà. Anche perché offerte ne sono arrivate poche e tutte nettamente al di sotto delle richieste, causa ingaggio spropositato e – soprattutto – condizioni fisiche precarie del giocatore. Però, se come sostiene Ramsey, solo alla Juve non sanno gestirlo, magari altrove sapranno come fare. Sempre che lui accetti di abbassare le pretese economiche, e non usi la Juventus come polizza assicurativa sugli infortuni fino al giugno 2023, data di scadenza del suo ricco contratto.