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Alla fine ce l’ha fatta. Il duca Adrien Rabiot è riuscito a salire sul proprio Suv, percorrere i 300 chilometri che lo dividevano dalla sua villa in Costa Azzurra a Torino, e tornarsene alla Contissa, iniziando così pure lui la sua quarantena prima di poter riprendere gli allenamenti. Come tutti gli altri.  Come tutti quei suoi sciocchi compagni che, pensate un po’ che bizzarri, pur sapendo che fino al 18 maggio gli allenamenti individuali saranno facoltativi, si sono imbarcati  lo stesso su degli aerei e – chi dal Brasile, chi dal Portogallo chi anche solo dal Lussemburgo – sono rientrati a Torino. Questione di professionalità, nonché di rispetto nei confronti della società che, in pieno lockdown, quando in Italia a tutti i comuni cittadini era proibito uscire di casa, gli aveva concesso di tornarsene nei propri Paesi per stare coi propri parenti. Uno strappo alla regola, non esente da critiche, meritevole di una minima riconoscenza. Se ne sono sentiti in dovere tutti, tranne due: Higuain (con però, dalla sua, almeno la giustificazione della mamma malata)  e appunto Rabiot.


FLOP - Viso da cherubino ma piantagrane nato. Con, in più, una mamma procuratrice più invasiva di Wanda Nera, e abbiamo detto tutto. 
Ricordiamoci solo com’è riuscita la Juventus a prenderlo a parametro zero: sfruttando i suoi pessimi rapporti col Psg, dove era stato estromesso dalla prima squadra e costretto ad allenarsi con le riserve, causa rottura con la dirigenza. Non giocava una partita seria da un anno, e per rigenerarlo sono serviti mesi. Anche se poi il rendimento è stato nettamente al di sotto delle aspettative collettive. 
In tanti ci siamo domandati cosa di questo giocatore avesse folgorato a tal punto Paratici da indurlo a svenarsi pur di vestirlo di bianconero, dandogli uno stipendio da 7 milioni di euro. Cifre da top-player, l’esatto contrario di ciò che è Rabiot. In tanti ne magnificano le straordinarie potenzialità tecniche, Buffon compreso, ma finora alla Juventus non le ha notate nessuno. Dicono non si sia integrato col resto della squadra. Sarà, ma  per ora il vero flop di mercato è lui e non Ramsey, pur con tutti i problemi fisici che il gallese si è portato appresso.

MERCATO - Nonostante sette mesi da dimenticare, il signorino Rabiot e sua mamma Veronique avrebbero avuto da dire pure sul taglio degli stipendi, non essendo disposti a rinunciare manco ad uno solo euro dei 7 milioni di contratto. E per rendere esplicito il loro dissenso, se ne sono appunto rimasti in Costa Azzurra fino a quando il mondo intero si è domandato cosa facesse ancora lì il francesino, dopo che quasi l’intera rosa era rientrata alla base. Lui, impassibile, si è ritratto su Instagram con la faccia imbronciata, ironizzando pure sul suo ultimo giorno di sciopero. Alla Continassa non l’hanno presa bene. Dirigenti e compagni, verso i quali il boccoloso Adrien non ha manifestato grande rispetto. Dicono si sia alterato pure Paratici, suo principale e incomprensibile estimatore. Un’infatuazione davvero difficile da spiegare, considerato che finora ,in tutta la sua carriera, Rabiot  si è conquistato le attenzioni delle cronache più per i suoi capricci che per indimenticabili prestazioni. L’opportunità del parametro zero avrebbe avuto un senso senza quel mostruoso stipendio, più lauta provvigione a mamma Veronique. Messo sul mercato potrebbe fruttare una buona plusvalenza, sempre si trovi in giro un altro club innamorato del francesino, e non sarà semplicissimo. Un identico corteggiamento Paratici lo sta facendo, da anni, a Mauro Icardi, altro personaggino da prendere con le molle, affiancato tra l’altro da una consorte non meno fastidiosa. Dopo l’esperienza Rabiot, ne vale davvero la pena? 

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