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Ormai l’abbiamo capito, a Napoli funziona così: quando la squadra vince, si va di fuochi d’artificio, sfottò (spesso anche sopra le righe) e si pretendono dagli altri complimenti e sportività, al contrario - quando il Napoli perde - si innescano polemiche assurde ed è vietato riconoscere i meriti dell’avversario. A maggior ragione se si chiama Juventus.

Ve la ricordate l’ultima finale di Coppa Italia, vinta ai calci di rigore proprio dal Napoli contro la Juve? Andrea Agnelli volle stringere le mani e consegnare personalmente le medaglie ai giocatori napoletani. A Reggio Emilia, al momento della consegna della Supercoppa, si sono perse le tracce dei dirigenti partenopei, e in campo c’era un solo calciatore azzurro che applaudiva i rivali: l’ex juventino Fernando Llorente. Sui social nemmeno un tweet di congratulazioni, nulla di nulla. Non che qualcuno lo pretendesse, ma in genere tra club si usa. La Juventus li ha ricevuti dal Pescara Calcio, non dal Napoli. Quantomeno singolare.

Che tra Juventus e Napoli non esista un feeling idilliaco non lo si è di sicuro scoperto mercoledì sera, a volte però bisognerebbe salvare almeno la forma. A De Laurentiis la cosa non sembra però interessare granché. A proposito di Supercoppa, non va infatti dimenticato il precedente di Pechino, quando ADL si rifiutò di mandare la squadra alla premiazione. Se i dirigenti si comportano in questa maniera, non si può poi pretendere che la cavalleria rientri tra i cromosomi di certa stampa faziosa particolarmente attiva nel Golfo e di larga parte (non tutta) della tifoseria locale. Il rancore lo si alimenta anche attraverso atteggiamenti inspiegabili, tipo appunto questi.

Il resto viene poi naturalmente da sé. Dalle recriminazioni sul rigore sbagliato da Insigne, secondo la vulgata social da far ribattere per la presenza di troppi giocatori juventini in area (ce n’erano pure del Napoli, ma non fa niente) alla rabbia per le live-reaction di alcuni tifosi bianconeri, sempre sui social, per l’errore dal dischetto di Lorenzo il Magnifico. Secondo alcuni “autentica mancanza di sportività”, come se a Napoli non avessero esultato quando, nell’ultima finale di Tim Cup, furono gli juventini a sbagliarli (un video di cosa accadde quella sera dentro la regia Rai partenopea è lì a documentarlo).

Così come i sospetti accampati sul covid di Cuadrado, “stranamente” uno dei migliori in campo nella serata di mercoledì dopo 10 giorni di isolamento. Ci mancava solo tirassero fuori il nandrolone come farmaco curativo, e il cattivo pensiero sarebbe stato completo.

A proposito, che ci faceva mercoledì sera davanti allo stadio di Reggio Emilia un manipolo di ultrà partenopei, considerata l’assenza di pubblico sigli spalti? Non saranno mica andati lì solo ad aspettare l’arrivo del pullman della Juventus ed accoglierlo poi con cori e gestacci beceri, come ben documentato da chi ha ripreso la performance e l’ha poi pubblicata sui social? Di juventini prodottisi in un analogo show davanti al torpedone del Napoli non ne risulterebbero agli atti, però da sotto il Vesuvio innevato c’è chi pretenderebbe di insegnargli cosa sia la sportività.